Ci hanno imbrogliati, divisi e domati
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(da “La fuga”)
Dopo aver prodotto dieci album e svariati Ep, aver percorso l’intera penisola per decine di volte ed essere stati riconosciuti fra i portavoce di una generazione, i Marlene Kuntz oggi sentono l'urgenza di comunicare nuova musica soltanto quando hanno un messaggio importante da recapitare, un'idea forte e caratterizzante da condividere. A sei anni di distanza dall'energico “Lunga attesa”, nel 2022 arriva quello che sarà ricordato come il loro concept-album, risultato di circa tre anni di lavoro, racchiusi in nove tracce che affrontano il tema del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale, problemi che non trovano ancora i principali governi mondiali disposti a muoversi in direzione univoca e che stanno procurando danni irreparabili all’intero ecosistema.
L’argomento (al quale molti musicisti si mostrano sensibili, visto che è stato trattato, pur se con un taglio diverso, anche dagli Yeah Yeah Yeahs nel nuovo “Cool It Down”) diviene un grido d’allarme che intende scuotere dall’indifferenza, affrontato con smisurata poesia dalle liriche di Cristiano Godano, che questa volta ha condiviso le scelte musicali con Riccardo Tesio, Luca “Lagash” Saporiti e Davide Arneodo. Per la prima volta Luca Bergia non ha preso parte alle registrazioni, sostituito dietro la batteria da Sergio Carnevale, a completare il quintetto base, supportato per gli aspetti legati alla produzione da Taketo Gohara e arricchito dalle partiture eseguite dall'Orchestra Sinfonica di Budapest.
La ricerca della purezza, del silenzio, della sacralità, necessari per affrontare l’oggetto della trattazione, Marlene l’ha compiuta isolandosi sulle colline piemontesi, dove “Karma Clima” è stato concepito, sviluppato e registrato in tre diverse residenze. Il disco mostra un’inedita energia, meno gridata e più introspettiva, assecondata dalla consueta estrema cura per ogni singolo dettaglio; le chitarre per una volta restano sullo sfondo, lasciando avanzare pianoforti, synth analogici e orchestrazioni: emerge così la personalità di Davide Arneodo, che inserisce negli arrangiamenti un certo gusto berlinese, assorbito durante il periodo di permanenza nella capitale tedesca.
Basti ascoltare “L'aria era l'anima” per comprendere il deciso ribaltamento di prospettiva sonora, ma inedite soluzioni strumentali da “elettronica suonata” vengono adottate anche nell’ironica “Vita su Marte” e in "Scusami”, nella quale sono beat e groove ad appropriarsi del centro della scena, oppure in “Acqua e vento”, dove non è difficile scorgere un omaggio a “Karma Police” dei Radiohead, recentemente coverizzata ed evidente fonte d’ispirazione per il titolo dell’album.
I Marlene più “classici” saltano invece fuori nell’imperioso crescendo privo di ritornello de "La fuga", brano che apre il disco lanciando un'invettiva contro il controllo delle masse, nei concitati elenchi naturalistici di ”Lacrima” e nella morbida discesa al centro della Terra descritta in “Tutto tace”.
Ricorrenti i riferimenti ai rapporti intergenerazionali figlio-padre e nipote-nonno, rapporti che non sono sempre andati come avrebbero potuto, e che aiutano a sottolineare l’inevitabile trascorrere del tempo. Non mancano il desiderio di redenzione ("Laica preghiera", con l'angelico intervento di Elisa) e la descrizione dell’amore ai tempi dei disastri ambientali (“Bastasse”). I protagonisti prendono coscienza dei problemi legati alla riqualificazione del territorio e alla sostenibilità, ma i testi non si pongono mai l’eccessiva ambizione di trovare soluzioni, bensì fotografano una situazione divenuta ormai ineluttabile. Il risultato è un disco “antico” nell’approccio, ma modernissimo nelle soluzioni adottate, un progetto serio e strutturato, nel quale sono stati realizzati anche un documentario e una birra artigianale limited edition, nata dal sodalizio con il locale birrificio Baladin.
07/10/2022