M.I.A.

MATA

2022 (Island)
pop, hip-hop, world, dancehall, m.i.a.esque

Chissà se Elon Musk, il neo Ceo di Twitter, ha pensato a M.I.A. nel delineare la svolta ultraliberalista del social network. Di sicuro la rapper anglo-singalese non ha mai fatto mistero delle sue opinioni quali che fossero, né sembra essersi mai curata delle possibili conseguenze; per questo motivo esternazioni come quelle contro i vaccini anti-Covid, oppure il benaltrismo di supporto nei confronti di uno come Alex Jones le hanno procurato montagne di critiche e strali, senza che da parte sua ci fossero ripensamenti di sorta.
Che cosa c'entra tutto questo con il suo ultimo disco, "MATA"? C'entra, perché entrambi i fattori, le uscite discutibili e controverse di una persona di fama e la sua produzione artistica, sono intimamente concatenati, nel solco di una personalità tanto ricca quanto contraddittoria e temeraria sino all'autolesionismo come la sua. Il fatto è tanto più clamoroso, perché queste sue idee hanno di fatto portato all'ostracismo nei confronti dell'album uscito a ottobre e questo, sia chiaro da subito, è un vero peccato, anche senza essere d'accordo con queste opinioni (chi scrive non lo è per niente). Già, perché se "AIM", il disco precedente, poteva considerarsi un tentativo di rinnovamento non del tutto riuscito, stante la produzione svogliata e alcune canzoni tirate un po' via, stavolta M.I.A. ha deciso di fare la sua roba, e nonostante i ritardi dovuti alla pandemia e al cambio di etichetta, è riuscita a realizzare un'opera che suona ispirata e onesta, per quanto non esente da difetti, e soprattutto dove certe prese di posizione insostenibili non trovano spazio.

 

Ci troviamo di fronte infatti a un disco che si rifà nettamente al suo tipico stile, a base di moombahton o ritmi presi dal mondo - al solito, l'India la fa da padrone -  e con la voce secca e riconoscibilissima che più che seguire melodie le percuote, le stanga, e dove gli argomenti spaziano dal solito self-endorsement da rapper alla critica ai social, alla denuncia della disinformazione sull'internet, sino all'ambientalismo mistico. Ci sono un bel po' di produttori dietro questo progetto, da Skrillex al redivivo Diplo sino a superstar come Rick Rubin o Pharrell Williams, e il risultato è, come si può immaginare, una serie di canzoni molto diverse, suddivise grosso modo tra momenti dancey e pezzi più conscious, in cui lei rappa e canta con il suo inconfondibile accento e riporta a certe atmosfere da "Kala" e "Matangi", due tra le sue opere maggiori. Non c'è quindi molto di nuovo, ma semmai si ritrova in queste istantanee, 13 brani per mezz'ora di durata, la freschezza e una certa grinta che sembrava un po' persa.

Così il doppio attacco di "F.I.A.S.O.M." (Freedom Is A State Of Mind) 1 e 2 è una dichiarazione di intenti, magari banalotta dal punto di vista testuale, che però trasporta immediatamente nel clima battagliero e danzereccio del disco. C'è voglia di ballo da queste parti, come testimoniano pezzi come la grandiosa "Beep" oppure "K.T.P. (Keep The Peace)" che ricorda sfacciatamente "Paper Planes", ma anche una ricerca di pace, magari lasciandosi trasportare dai canti femminili della danza indonesiana Ratoh Jaroe, come accade nella tenera, splendida "100% Sustainable", forse il picco dell'album. Album che, e qui si trova un altro pregio, non ha un pezzo riempitivo, ma sembra seguire un percorso preciso tra le varie anime della Nostra: per citare altri pezzi, la delicatezza in ritmi trap di "The One", l'ossessiva litania tamil di "Puththi" (Saggezza) o il midtempo di "Time Traveller", che forse involontariamente diventa un gioco di parole, suonando nella pronuncia di M.I.A. Time Tabla.

E poi c'è il video speciale, quello che approfondisce il mood attuale della Nostra saldando musica e immagini come altre volte è accaduto: stavolta tocca a "Popular", il trionfo del tresillo in cui troviamo M.I.A. alle prese con un clone robotico che si cimenta in balletti e twerking per sfondare su TikTok et similia, salvo poi fare una triste fine, matato dalla sua master (of ceremony).
È "Marigold" a chiudere "MATA", e lo fa con una ballad intrisa di spirito, con tanto di cori angelici call and response: i campi di fiori che dovrebbero coprire il pianeta sofferente e l'umanità che lo abita sono però una visione apocalittica dato che, come canta lei, per questo mondo in condizioni critiche ci vorrebbe un miracolo.

 

"MATA", il cui titolo è disegnato graficamente come una croce, la cui durata è di 33 minuti e con la faccia di M.I.A. con una sorta di corona di spine, è anche il primo attestato di fede di Mathangi come cristiana rinata, che però in altre dichiarazioni lascia capire che si tiene stretto l'induismo. Tipico di lei, ma in fondo con M.I.A. è prendere o lasciare in tutte le sue contraddizioni, e pure stavolta, anche se con maggior fatica, conviene prendere.

19/12/2022

Tracklist

1. F.I.A.S.O.M. Pt. 1
2. F.I.A.S.O.M. Pt. 2
3. 100% Sustainable
4. Beep
5. Energy Freq
6. The One
7. Zoo Girl
8. Time Traveller
9. Popular
10. Puththi
11. K.T.P. (Keep the Peace)
12. Mata Life
13. Marigold

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