La prolificità con la quale i Motorpsycho hanno regalato nuovo materiale ai propri fan, soprattutto negli ultimi anni, ha reso i sedici mesi trascorsi dal precedente lavoro discografico ("Kingdom Of Oblivion") un lasso temporale insolitamente lungo.
"Ancient Astronauts" è un album registrato praticamente dal vivo, presso lo studio di Oslo, da Sæther, Ryan e Järmyr. Il chitarrista Nils Reine Fiske, ormai membro a tutti gli effetti della formazione norvegese, non è infatti della partita, perché fermato in Svezia durante le fasi di preparazione del progetto a causa dei blocchi internazionali imposti dalla pandemia.
In un'inedita configurazione a terzetto (è la prima volta che accade in tutta la loro storia) i Motorpsycho non mostrano alcuna incertezza nel corso dei 43 minuti che compongono i quattro brani in scaletta.
La loro mistura composta da progressive-rock e psichedelia si mantiene su livelli molto alti già a partire dall'opener "The Ladder", sette minuti che viaggiano tra Yes e King Crimson (questi ultimi richiamati principalmente dal repertorio del periodo 1990/2000) con ulteriori riferimenti alle trame più aggressive dei più recenti Porcupine Tree: il possente accompagnamento al basso del frontman Bent Sæther, la frenetica batteria di Tomas Järmyr e gli intensi riff di chitarra del maestro Hans Magnus "Snah" Ryan, portano immediatamente a regime i giri del motore.
"The Flower Of Awareness" è un oscuro preambolo strumentale che introduce ai dodici minuti di "Monna Lisa/Azrael", episodio che dopo una sinfonica introduzione molto simile alla crimsoniana "Epitaph", inizia a ondeggiare nell'universo progressivo, tra vertiginosi tempi dispari costruiti su sezioni più soft (mellotron, archi e metallofoni), feroci porzioni sorrette dalle ritmiche basso/batteria, fulminanti assolo di chitarra e incisi strumentali che assumono sembianze di jam improvvisate, in alcuni frangenti con flebili screziature free-jazz.
Le cose si fanno ancor più serie nei ventidue minuti che caratterizzano "Chariot Of The Sun - To Phaeton On The Occasion Of Sunrise (Theme From An Imagined Movie)", originata sulla falsariga dell'affascinante e suggestiva suite "NOX" inserita in "The All Is One" del 2020. È la traccia più lunga di sempre per i Motorpsycho, e questo la dice lunga sullo scenario che si prospetta di fronte a un brano che entra di diritto tra i capisaldi della loro intera produzione.
Si parte con calma e grande disciplina, in uno stile fluttuante quasi da cinema di genere anni 70 o da library music, fino a quando un leggero ronzio funge da spartiacque e invita i Motorpsycho a indossare il vestito della rock band dal forte impatto, aumentando l'intensità delle battute con stile vagamente ipnotico, prima che si preveda il consueto rallentamento verso la fine del lunghissimo e spettacolare viaggio strumentale.
"Ancient Astronauts" non sarà forse il miglior album dei Motorpsycho, ma di fronte a tanta maestria è necessario alzarsi e regalare un lungo appaluso a una formazione che nel corso di trent'anni di onorata carriera ha veramente centellinato con il contagocce i passi falsi.
22/08/2022