Il successo ottenuto con dischi quali “No Shape” (2017) e “Set My Heart On Fire Immediately” (2020) ha innescato in Mike Hadreas, aka Perfume Genius, e nel suo collaboratore/partner Alan Wyffels, l’inattesa voglia di eclissarsi dalla romantica magnificenza di quei grandiosi lavori.
La chiamata della famosa coreografa Kate Willich ha coinvolto Perfume Genius in un progetto multidisciplinare composto da musica, danza e arti visive, intitolato “The Sun Still Burns Here”, all’interno del quale Mike è tra i protagonisti.
La rappresentazione scenica comprende dieci brani che Hadreas, Wyffels e il pluripremiato produttore Blake Mills hanno composto appositamente come colonna sonora dello spettacolo.
Finora, l'unica testimonianza disponibile di quelle esibizioni è nascosta in un trailer rintracciabile su YouTube, ma l’avvento di un cortometraggio e soprattutto la pubblicazione di “Ugly Season” vanno a definire con completezza la documentazione di quest’interessante esperienza artistica.
Le strutture musicali costruite da Perfume Genius posseggono un ritmo metodico e stratificato e sono conformate per un’esposizione che trova nelle coreografie della Willich il consono habitat, pur registrando una notevole attrazione indipendente dal resto di un’opera che premia la pazienza e l'attenzione indivisa, forse come mai prima d’ora in un loro lavoro.
All’opener "Just A Room" è dato il compito di mostrare l’accesso, tra suoni minimali, archi minacciosi e fisarmoniche che sfilano ordinate tra i sommessi sussurri dell’artista di Seattle, situazione provvisoria perché il penetrante falsetto di Hadreas si palesa in "Herem" e "Teeth", traccia, quest'ultima, che appare una vera e propria supplica nei confronti di alcune figure della mitologia greca.
I sintetizzatori e le percussioni di “Pop Song” introducono al primo dei passaggi da battito accelerato, rievocando, in alcuni fraseggi, le oscure sequenze trip-hop dei Portishead. “Scherzo” è un breve intermezzo per pianoforte scritto da Wyffels, dopodiché l’album prevede un’evidente trasformazione, più bizzarra e avventurosa.
Nella title track, ad esempio, Perfume Genius crea materiale che sembra unire il dub del leggendario produttore giamaicano Lee "Scratch" Perry all’industrial degli Einstürzende Neubauten, per poi giungere a “Eye In The Wall”, il momento più alto in scaletta, un vertiginoso labirinto di quasi nove minuti trainato dallo schema ritmico di Matt Chamberlain, che supererebbe a pieni voti un’audizione con Fela Kuti e Tony Allen.
Le commistioni tra elettronica e salsa di "Photograph", la drone music e le muscolari esplosioni ritmiche di “Hellbent” confermano la poliedrica proposta della seconda parte del disco, prima che “Cenote” chiuda i battenti con profonde note di pianoforte.
Esaminato singolarmente, “Ugly Season” è una delle versioni più impegnative e gratificanti che Perfume Genius abbia mai offerto. I rischi compositivi e la poesia obliqua di Hadreas non vacillano mai durante il ritmo sistematico dell'album, con la sua voce che regala urgenza a ogni sottile cambiamento.
Il ruolo assunto da Mills come polistrumentista, nonché in missaggio e produzione, è stato ancora una volta in grado di far emergere alla perfezione le delicate dinamiche regalate da quest’offerta stilistica.
“Ugly Season” entra senza dubbio tra le migliori creazioni sorte dalla penna di Mike Hadreas, un artista che non ha paura di mettersi in gioco, denotando una crescita progressiva che sta superando ogni aspettativa.
22/06/2022