Si contano sulle dita della mano gli artisti che sono riusciti a rinnovare le grazie del prezioso mix di jangle-pop, shoegaze e dream-pop dei Sundays, un vuoto colmato ora egregiamente dall’esordio dei canadesi Tallies.
E’ notorio che quanto più la musica è semplice e spontanea, tanto più difficile è ripeterne la freschezza e l’autenticità, è dunque un compito arduo, quello che spetta alla cantante e chitarrista Sarah Cogan, al chitarrista Dylan Frankland e al batterista Cian O'Neill.
Al pari dell’esordio del 2019, “Patina” è l’ennesimo atto d’amore dei Tallies per il pop degli Aztec Camera e degli Smiths, nonché per le vibrazioni pop-shoegaze dei Cocteau Twins: non va dimenticato peraltro che la band deve alla lungimiranza e alla temerarietà di Simon Raymonde il contratto con l’etichetta Bella Union.
Nonostante le premesse, non è nella nostalgia che trova dimora il fascino di queste nove nuove tracce del gruppo canadese. Un brano come “Memento” è in tal senso esplicativo, abilmente immerso in sonorità lievemente fosche e aspre, dove luci e ombre si alternano senza mai indugiare nel bieco citazionismo.
Dalla sua Sarah Cogan ostenta una sicurezza vocale che si traduce in una più rilevante limpidezza e versatilità, apprezzabile già dai primi gorgheggi stile Elisabeth Frazer di “No Dreams Of Fayres” fino alle conclusive acrobazie armoniche del pregevole soft-shoegaze di “When Your Life Is Not Over”.
Dylan Frankland dimostra di aver assimilato egregiamente sia l’agilità dello stile di Johnny Marr nella brillante sequenza di riff di “Am I The Man” e nella malinconica ballata in netto stile Smiths di “Heavens Touch”, sia l’ardore shoegaze dei Lush nell’esuberante “Special”, senza rinunciare a quel briciolo di contemporaneità che a volte rimanda agli Innocence Mission (“Catapult”).
Abile rifinitore e mai domo, Cian O’Neill oltre ad assicurare una costante tensione ritmica, si diletta con intuizioni strumentali che esaltano le potenzialità dell’imprescindibile “Hearts Underground”, e getta altresì un ponte tra shoegaze e psych-rock regalando un altro dei momenti più rimarchevoli dell’album, ovvero la graffiante “Wound Up Tight”.
A coronamento dell’onirica formula sonora dei Tallies vi è una copertina in perfetto stile 4AD/Vaughan Oliver, ulteriore elemento tardo-eighties che non sminuisce il valore di “Patina”, un disco confortevole che non abusa di una comfort zone stilistica, anzi ne rinnova la forza con un numero sufficiente di canzoni che hanno un senso anche nel presente.
18/09/2022