Che suono ha la Brexit? È una domanda cui è difficile trovare una risposta secca e univoca, tanta è la musica che la fuoriuscita del Regno Unito dall’Ue, come ogni evento politico nefasto che si rispetti, ha innescato. Certamente il nuovo post-punk ha tanto a che vedere con la cosa, così come l’Uk hip-hop, vero e proprio universo in espansione che connette le case popolari di Slowthai alla poesia di Kae Tempest, e ovviamente il multiforme mondo dell’elettronica.
È al centro di tutto ciò, con un buon rincaro in termini di rumore e furia, che si pongono i Benefits da Teesside (North Yorkshire), che da qualche giorno incendiano piattaforme streaming e negozi di dischi con questo loro primo Lp, uscito per la sempre più interessante Invada di Geoff Barrow.
La traccia di apertura, intitolata “Marlboro Hundreds”, mette subito in chiaro l’enorme potenza di fuoco del quartetto: batteria recalcitrante degna dei migliori Jesus Lizard, chitarre distorte fino al midollo e uno spoken word caustico e teatrale che sovente si dilania in grida ferine. Del resto, i Benefits la loro ragione sociale la spiegano molto bene sul loro sito, in soli tre punti: we are Benefits, we are a band, we shout.
Pur priva di batteria, “Empire” fa ancora più rumore, con le chitarre che sbuffano vampate noise come fornaci di una fonderia; in mezzo a questo delirio, il frontman Kingsley Hall recita la giornata tipo di un leone da tastiera conservatore sui suoi social preferiti. In “What More Do You Want” il noise invece viaggia sferragliante su un treno cui sono stati sabotati i freni; mentre “Metal Teeth” e “Traitors” lo fondono a freddo con l’elettronica.
Quando il noise non la fa da padrone, è proprio l’elettronica a prendere il centro della scena, come un fluido che sguscia sotto le parole di Hall in “Shit Bbritain” o come un crescendo estatico di interferenze nel finale intitolato “Council Rust”.
Soluzioni proprio non ne mancano a questi ragazzi incazzati dello Yorkshire, che con il basso gracchiante della ritmata “War Horse” danno vita anche a un cabaret punk degno degli Sleaford Mods.
È decisamente presto per pensare già a nuovi brani della band, nel frattempo tocca sperare che i loro live incendiari tocchino presto le nostre latitudini, perché le premesse sono a dir poco eccitanti. Il repertorio ancora magro, ma formidabile.
28/04/2023