Nel 2015 Max Richter, con "Sleep", aveva tentato con successo di realizzare una della sue fantasie più ambiziose. Addirittura otto ore di musica divise in trentuno composizioni di circa venti minuti ciascuna, a loro volta divise in più parti per un totale di 202 brani. Concepito idealmente per essere ascoltato come in un sogno mentre si dorme, l'album era un immenso calderone, che aveva ben rappresentato l'idea attuale di modern classical: il legame con la tradizione ottocentesca si disperdeva nel mare di influenze ambient, minimaliste, in momenti cosmici che si allontanavano dagli orridi mondi sonori di Ligeti, per diventare tutt'altro: accoglienti e intimi.
"SLEEP: Tranquility Base", un Ep di trenta minuti, pur nella sua brevità rispetto al colossale modello di partenza, rappresenta la naturale prosecuzione dell'opera madre "Sleep", un'unica sinfonia classica divisa in sedici composizioni brevi che interpretano ancora una volta la classica moderna con una prospettiva elettronica e con un legame forte con la musica minimal. Tranquility Base è il luogo della Luna dove gli astronauti americani sbarcarono nel 1969, luogo per certi versi ambiguo, punto di assoluto silenzio ma allo stesso tempo simbolo della massima ambizione umana.
La componente elettronica nella musica di "SLEEP: Tranquility Base" diventa sempre maggiore minuto dopo minuto, partendo dall'organo iniziale, che tradisce un legame con il sound ormai classico del compositore tedesco, padre della modern classical, che apre a un breve canto femminile come fondamento dell'intera composizione e segna una vicinanza sia con la tradizione lirica che con lavori recenti come "Voices".
Passando i minuti, l'opera prosegue con cambiamenti minimi ma costanti, tanto da trasformarsi quasi senza accorgersene in tutt'altro. Da tipica composizione modern classical (le prime sette tracce) a opera elettronica vicina all'idea minimalista di Terry Riley (dall'ottava traccia i poi) per poi riunire le due influenze di Richter in un unico grande calderone dall'undicesimo brano, come a omaggiare e ringraziare le due scene musicali senza le quali il compositore tedesco probabilmente oggi non sarebbe quello che è.
20/10/2023