La
stutter house come giardino aperto. Nel suo quinto album il
producer londinese Frederick John Philip Gibson spinge verso atmosfere sempre più estatiche e ariose il filone dance nato come coda luminosa del
future garage di
Burial, e punta più che mai sulle collaborazioni. "Stutter" significa "balbettio", e come da manuale del microgenere di cui è pioniere Fred Again.. sfrutta voci frammentate, alzate di
pitch e distorte per costruire trame che sono insieme ritmiche e melodiche, mantenendo l’anima emotiva e spirituale che inevitabilmente la voce umana porta con sé.
Mentre le vibrazioni trasfigurate del post-
dubstep di Burial conducevano spesso a tonalità cupe e introspettive, la musica di Fred Again.. si slancia verso un
dancefloor immaginario, aereo, dove euforia e malinconia trovano un equilibrio inebriante. Capace di convincere, peraltro, un numero crescente di seguaci – la bellezza di 15 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, avvicinatisi all'artista grazie anche all'inclusione nel 2022 di “Marea (We’ve Lost Dancing)”, tratta dal suo primo "Actual Life", nella colonna sonora di "
Triangle Of Sadness".
Fin dall'esordio nel 2021, i
featuring sono stati una costante dell'approccio di Gibson, e l'estro collaborativo aveva raggiunto una nuova dimensione proprio con l'album precedente a questo, "
Secret Life", pubblicato in coppia con il decano
Brian Eno. In "Ten Days", più che mai, i molti ospiti che popolano il disco ne arricchiscono la varietà senza appiattirne la vena personale. "Places To Be", con
Anderson .Paak, è una brillante incursione in campo
hip-hop, serrato ed effervescente, con un
flow trascinante che gioca d'anticipo sulla base.
Sul versante più intimo, il lento "Fear Less" trova una sua delicata intensità grazie al basso languidamente
eighties, notturno e avvolgente, perfetto sostegno per le movenze neo-soul di
Sampha. Su tutt'altro campo, "Just Stand There" piazza su un pianoforte battente uno
spoken word apatico e dall'alto tasso di
britishness, intrecciandoli in un incalzante crescendo ritmico per dar vita a un pezzo che ha il fascino di una confessione musicale.
In varie tracce, il costante dialogo fra luce e pensosità riecheggia il
mood prediletto da
Four Tet, ed ecco che in "Glow" proprio Kieran Hebden (in compagnia di
Skrillex) giunge in supporto di Fred Again..: scintillanti arpeggi sintetici irradiano orizzonti liberi, sublimando quel pervasivo senso di meraviglia che accomuna la sensibilità dei due artisti.
"Ten", la
title track non dichiarata, porta all'apice l’uso sapiente di segmentazioni ritmiche e vocali, fluttuando tra
trap,
hip-hop e rnb, e introducendo nell'ipnotico passo
housey sporadici
offbeat - abbastanza presenti da lasciare un segno indelebile, ma rari a sufficienza per giungere sempre inattesi, spezzare di soppiatto il rapimento
trance e regalare per un istante la gioia di un nuovo reincanto.
Ad alcuni, l’euforia del disco potrebbe risultare artificiosa, sovrabbondante, ma si tratterebbe di un'impressione ingenerosa. "Ten Days" riesce infatti, sotto l'innegabile leggerezza, a giocare in modo sottile su stati d'animo preziosi - quiete, nostalgia, contamplazione, sospensione, distanza. Lungi dall'essere una semplice esposizione di talenti, il luogo d'incontro immaginato da Fred Again.. è un vivaio di possibilità dove stili ed emozioni, normalmente distanti, brillano e si fondono insieme.
10/11/2024