Jessica Pratt - Here In The Pitch

2024 (Mexican Summer)
songwriter, psych-folk, easy listening

Cosa volete che vi dica? Mi tocca ribadire quanto commentato a margine della magnifica apparizione bolognese di cinque anni fa: ci vuole coraggio per sussurrare in mezzo a una tempesta. Mutuando da Piero Ciampi, se la vera guerra non si fa con le armi ma con il cuore, allora Jessica Pratt è quanto di più eroico possa passare davanti a un microfono. La testardaggine può essere causa di ottusità come di coerenza, e in questo caso la bilancia pende decisamente verso il secondo piatto. Un'ostinazione pacata quanto risoluta a proseguire per la propria strada, incurante del tracciato dissestato e degli schiamazzi dalle tribune, fedele solo alla propria integrità e al proprio talento.

Quando si ha a che fare con personaggi simili, la cosa che stupisce semmai è la capacità di rifinire i contorni senza sformare la figura, avvicinandosi a una perfezione non minata, ma anzi solidificata dalla graduale addizione di elementi. "Here In The Pitch" non è poi così diverso da "Quiet Signs" (per chi scrive, il miglior disco del 2019): la stessa eterea fragilità, la stessa dolcezza in penombra, la stessa irreale sensazione di echeggiare da un'altra epoca, oltre che la stessa fugace durata (esattamente 27 minuti). Eppure, i due album non potrebbero essere più diversi: tanto è scheletrico e "vuoto" il predecessore, tanto è barocco e "pieno" questo quarto lavoro. Ad oggi il suo più bello, domani chissà, vista l'antifona creativa della fata losangelina.

Le copertine sembrerebbero contraddire questa interpretazione: allo spavaldo sorriso in macchina e agli arredi sontuosi di "Quiet Signs" si sostituiscono il broncio rintanato nel buio e gli occhi bassi di "Here In The Pitch". Un disco più cupo, dunque? Tutt'altro: il tambureggiare Spector-iano di "Life Is" constata con fatalismo che, per l'appunto, la vita che abbiamo è questa qua, agrodolce come le armonie alla Simon & Garfunkel del ritornello. A seguire, "Better Hate" promette violenza ma regala infinita delicatezza con il suo intreccio di voci aracnideo contrappuntato da sax baritono e vibrafono, al ritmo puntiforme di una clave lontana.

Una "World On A String" che per sua fortuna non è quella di "Tonight's The Night", accompagnata da un delizioso video in tinta sixties, è la migliore canzone che Jessica abbia mai scritto: una malinconica elegia in cui chitarra acustica e pianoforte poggiano su un soffice cuscino surrealista, infiorettati da corolle di mellotron e clavicembalo, Più in linea con il passato l'asciutta "Get Your Head Out", ma quei tocchi finali di piano elettrico confermano un distanziamento dal folk a favore di un vellutato easy listening psichedelico, portato a compimento nella bossa nova di "By Hook Or By Crook". Un discorso simile vale per il sommesso organo di "Nowhere It Was", che potrebbe essere un'outtake da "Pet Sounds" più che da "Pink Moon".

Dal canto suo, la filastrocca "Empires Never Know" abdica alla chitarra per affidarsi alle grazie di un piano leggermente stonato, coccolato da morbide carezze di flauto e maracas. Le sei corde riconquistano la loro tana nel minuto e mezzo strumentale di "Glances", in cui trovano spazio giusto un arpeggio disossato e un'orchestra di ottoni mesta come i "Disintegration Loops" di basinskiana memoria. Da omaggiare a questo punto rimarrebbe solo Bacharach e "The Last Year" non se lo fa ripetere due volte, lasciando sfumare gli ultimi aloni di sogno sul suo splendido arazzo melodico. Quanto a noi, pur a malincuore, non ci resta che riaprire gli occhi.
Per finire, c'è ancora bisogno di spendere parole su quella voce? La più peculiare, aliena, magica del moderno contautorato statunitense? Consacrazione di un'artista già consacrata a pieni voti, "Here In The Pitch" è forse solo l'ennesimo gradino di una scalata al cielo che potrebbe proseguire in eterno.

06/05/2024

Tracklist

  1. Life Is
  2. Better Hate
  3. World On A String
  4. Get Your Head Out
  5. By Hook Or By Crook
  6. Nowhere It Was
  7. Empires Never Know
  8. Glances
  9. The Last Year






Jessica Pratt sul web