Dopo la dirompente affermazione ottenuta con "Sometimes I Might Be Introvert", capace di aggiudicarsi il prestigioso Mercury Prize, Little Simz commise l'errore di pubblicare l'album successivo, "No Thank You", a metà dicembre 2022, tagliandosi inevitabilmente fuori dal raggio d'azione delle fatidiche classifiche di fine anno. Nonostante questa scelta, "No Thank You" non è passato inosservato: è in pole position per aggiudicarsi ben tre Brit Awards (la cerimonia di premiazione è prevista per il 2 marzo) nelle categorie "British Album Of The Year", "British Artist Of The Year" e "Best Hip Hop/ Grime/ Rap Act", e si è già portato a casa il Mobo Award ("Music Of Black Origin") come "Best Hip Hop Act" dell'anno. Sempre impegnata su più fronti, Little Simz è anche fra i protagonisti della fortunata serie Tv Netflix "Top Boy" e ha partecipato alla prima uscita pubblica dei misteriosi Sault, palesando così il proprio contributo al progetto.
Nel frattempo, la prolifica artista di North London aggiunge un nuovo capitolo alla sua collezione di Ep: dopo l'interlocutorio "Drop 6", pubblicato nel 2020, ecco "Drop 7", per l'appunto il settimo della serie. Frutto di una personalità ormai matura e molto ben focalizzata, le sette tracce che lo popolano, tutte piuttosto brevi, sono fortemente influenzate dalla club music e dall'amapiano, una forma di house sbocciata in Sudafrica qualche anno fa e rapidamente diffusasi ben oltre il continente d'origine, un mix fra beat house, voci r&b, percussioni afro e in alcuni casi progressioni di accordi jazz. Innestato in un sound di diretta derivazione afrobeat, l'amapiano negli ultimi anni è risultato il genere musicale più ascoltato in Sudafrica, omaggiato persino da Beyoncé nella sua "My Power". Little Simz, insieme al producer inglese Jackwob, ha certamente attinto anche da quell'esperienza per definire un suono il più possibile personale.
"Drop 7" è inaugurato dalla traccia più sperimentale dell’Ep, la potente e ipnotica "Mood Swings", che (come avviene di nuovo più avanti nel caso di "Torch" e della brevissima "Power") conferma l'attitudine di Little Simz per l'esplorazione eclettica, per l'utilizzo di beat poco convenzionali come tappeto sul quale stendere il proprio flow, per l'obiettivo di centrifugare il maggior numero di stili. Accade anche nella successiva "Fever", arricchita da numerosi elementi prelevati dal mondo ispanico: non soltanto per l'andatura reggaeton del pezzo, ma anche per l'utilizzo di parti in lingua spagnola; ne esce fuori una sorta di Rosalia sotto narcosi. Ma parlavamo di house, ebbene, la rapper londinese ne sfrutta sia il versante tribal (il tripudio ritmico espresso in "SOS") che quello minimal (nella notturna eleganza di "I Ain't Feelin' It"); la intima "Far Away" si assesta invece su morbidi binari jazzy-r&b, chiudendo con introspettiva serenità un Ep che - pur nella sua intrinseca eterogeneità stilistica - si presenta con la medesima compattezza di un mixtape.
15/02/2024