Forse, in cuor suo, sapeva già che non avrebbe vinto una terza volta di seguito in così breve tempo. Così, all'edizione di Sanremo 2024 appena conclusa, Alessandro Mahmoud ha presentato un brano inusitato, col quale espandere la propria proposta anche al netto dei gusti dell'Ariston. Parte ricordi d'infanzia, parte violini e parte spunzoni baile funk, "TUTA GOLD" strattona l'ascoltatore a più riprese, tracciando, nel processo, un corale ritratto di gioventù di periferia impegnata a sopravvivere al proprio disagio quotidiano. Certo, il testo infila qualche irritante inglesismo di troppo che nulla aggiunge all'economia della canzone, almeno per l'ascoltatore estraneo a certe dinamiche, ma anche questo è il vernacolo della generazione Internet, tracotante e iper-connessa ma emotivamente infragilita di fronte a una complessa situazione socio-economica. Mahmood ne incarna le gesta con particolare naturalezza, i suoi sentimenti sono sempre ben appuntati sul bavero della giacca, anche quando si lancia in metafore azzardate, che forse, in fondo, è il vero motivo del suo apprezzamento in Rete oltre ogni competizione canora.
Tuttavia, il talento lo sta portando progressivamente sempre più lontano, verso la creazione di un immaginario articolato e personale - faccia fede l'elaborata foto di copertina, che lo ritrae adagiato tra il celebre "Letto" dell'artista britannica Tracey Emin e il trans-umanesimo di Arca del ciclo "KiCK I-V". Ispirato dal costante girovagare per il mondo, e dall'intimità del materasso come orizzonte per lanciarsi verso l'esplorazione dell'animo umano, da soli o in compagnia, "NEI LETTI DEGLI ALTRI" è quindi un nuovo saliscendi emotivo, dove ambizione, sesso e melodramma si avvinghiano dentro lunari ballate a cuore aperto e sferzate di eccitante elettronica stradaiola.
"TUTA GOLD" infatti non è l'unica istanza nata dall'esperienza di un autore cresciuto col ruminante istinto dell'hip-hop in cuffia; l'apertura "NLDA INTRO", concottata con la dj paulista Slim Soledad, continua uno sfacciato discorso baile funk, tradendo le interferenze queer di un genere che, in Brasile, si respira sin nelle ballroom di periferia. Ancor più particolare l'episodio di "BAKUGO", che in meno di tre minuti costruisce una suite in quattro tempi: intro, outro e una sezione centrale dove più ritmiche si affastellano le une sulle altre, in un avvincente arabesco elettronico che non ha paura di sfoggiare virtuosismi produttivi.
Come già esplorato in "Ghettolimpo", Mahmood ha una naturale propensione nel far dialogare tradizione e innovazione; "NEVE SULLE JORDAN" e "NEI LETTI DEGLI ALTRI" impiegano impercettibili filigrane reggaeton e trap rispettivamente per aprire un diario di ricordi e di ripercussioni che, ancora, attanagliano il rapporto dell'autore con l'amore e l'autostima. Poi ci sono le chitarre, liquide ed esangui, intinte in un pallido riverbero digitale: l'emotivo singolo di lancio "COCKTAIL D'AMORE", che avanza come un lancinante smottamento erotico, e il sibillino "TUTTI CONTRO TUTTI", prova d'insicurezza a ritmo di un melodico folk-pop velatamente solare. Ma con la fantasia acustica "NEL TUO MARE", l'autore inanella una delle sue più belle canzoni di sempre: innata purezza melodica e un'interpretazione vocale che tocca tutte le corde del cuore senza mai strafare.
Rimane a Mahmood l'innegabile pregio di viaggiare in una carreggiata tutta sua, grazie a un talento sgargiante e fieramente meticcio, certo idiosincratico e all'occasione graffiante, ma riconoscibile sin dalla prima nota. Ma non si parli di divismo fine a se stesso; sul romantico slancio di "PARADISO", l'autore si fa quasi rubare la canzone di bocca, prima da Chiello e poi da Tedua, ma l'effetto è voluto. Poi, tra spezzettati cori gospel e fili d'organo, "STELLA CADENTE" chiude l'ascolto affrontando nuovamente il complesso rapporto con la figura paterna, come fece la celebre "Soldi" - dal modo in cui gonfia la voce con rabbia difensiva, Alessandro tradisce subito tutto il peso di un'amarezza mai sopita.
Anche se l'effetto sorpresa è ormai scemato, al terzo album di studio Mahmood continua a prendersi notevoli rischi pur d'inseguire l'ispirazione, ma è una sfida che ripaga l'ascolto, grazie certo alla visione d'insieme, ma anche alla scelta di sintetizzarne la scaletta in sole dieci tracce per mezz'ora appena di durata, per quanto le stampe in formato fisico, in arrivo a breve, sembrino promettere tre tracce aggiuntive - possibile siano i nuovi singoli? La risposta andrà comunque cercata "NEI LETTI DEGLI ALTRI".
Nota: ripubblicato l'8 marzo 2024 sia in formato fisico che digitale, "NEI LETTI DEGLI ALTRI" ha aggiunto le tre tracce mancanti: "PERSONALE", con un inserto del chiacchierato rapper napoletano Geolier, anch'egli presente a Sanremo 2024, e il sottile ma articolato dance-pop di "SEMPRE / JAMAIS", con la popstar belga Angèle. Tuttavia, il momento migliore si riscontra nella bossa nova di "OVERDOSE", introspettivo motivo acustico velatamente filtrato dal gusto di un autore che non ha mai paura di rallentare il ritmo e mostrarsi vulnerabile al proprio pubblico.
21/02/2024