La figura di Paolo Spaccamonti emerge da quell'underground italiano pulsante di cui fanno parte musicisti/compositori, specialisti di uno strumento, come Stefano Pilia, Alessandra Novaga e Ramon Moro, con cui Paolo ha condiviso palchi e album. "Nel torbido" è il quinto lavoro solista, interamente autoprodotto con la propria etichetta Liza e realizzato insieme a Dario Bruna (batteria), Enrico Gabrielli (sax alto, flauto e clarinetto basso) e Julia Kent (violoncello), ed esprime in pieno la libertà espressiva di quell'attitudine: alla collaborazione, alla performance, allo sguardo trasversale tra forme d'arte diverse. Per descrivere il lavoro di Spaccamonti si è infatti spesso usato il termine "cinematico", che sembra però riduttivo per illustrare "Nel torbido": l'album compie infatti un ulteriore passaggio creando, dalla prima all'ultima traccia, un orizzonte narrativo compatto e coerente in cui siamo condotti grazie alla scrittura e all'attenzione speciale che, da sempre in realtà, il chitarrista torinese volge al sound, chiara fin dalla proemiale "Salina".
Dopo aver cristallizzato i propri timbri in "Rumors" (2015, Santeria, Escape From Today) e in "Volume Quattro" (2019, Escape From Today) - ricordiamoci anche che Spaccamonti è uno dei migliori chitarristi nel contesto italiano - con serenità Paolo sembra abbandonare progressivamente la sua comfort zone ("L'amore che strappa") e addentrarsi in territori più rarefatti, dove si affida all'intuito e allo spirito di esplorazione dello spazio ("Nel torbido"). Le maglie fitte che stringevano le tessiture dei brani degli ultimi dischi sembrano infatti sfrangiarsi: il suono si apre, le pulsazioni variano, le note si disperdono e si ricompattano. Sottrazione e dilatazione, più che stratificazione, diventano le parole chiave di un lavoro immaginifico che fornisce frammenti di coordinate in cui possiamo muoverci ("No blues", "I sogni non servono"), tra echi di Pan American e Six Organs of Admittance. "Ha ragione la notte" è l'approdo finale, inquieto e consapevole, in quell'immensità (emotiva) dove "naufragare dolcemente".
"Nel torbido" è una bellissima esperienza sonora di circa trenta minuti dentro le possibilità espressive della chitarra, che, come dopo essere scesi dalle montagne russe, si vuole subito ripercorrere. Ed è un piccolo miracolo, tutto indipendente, di poesia. Porta definitivamente Spaccamonti verso una fase della carriera con una speciale attenzione produttiva e compositiva. Non vediamo l'ora di sentirlo dal vivo (accompagnato da Andrea Cauduro).
07/05/2024