Mirrored Daughters

Mirrored Daughters

2025 (Fika)
neo-folk

Come antichi viandanti catapultati nel presente, il chitarrista e cantante Mike Cranny (Firestations), il batterista Lewis Young (Leaf Library), il chitarrista Matt Ashton (Leaf Library), la violoncellista Hannah Reeves e la cantante Marlody incedono con passo lento ma deciso con un fantasioso progetto neo-folk intitolato Mirrored Daughters. Il collettivo musicale nutre la propria arte con riferimenti letterari colti, storie di luoghi campestri e riferimenti a oggetti del passato (come il lanthorn, un’antica lanterna greca), varcando i confini del tempo ed entrando con discrezione nelle pieghe della realtà contemporanea, evocando magie, incanti e visioni mistiche che possano alleviare sofferenze e inquietudini dell’uomo moderno.

La musica dei Mirrored Daughters esplora suoni e immagini in parte già noti e familiari ai cultori di band come Fairport Convention e Incredible String Band, ma anche a chi ha ripercorso la storia partendo dagli Espers o dalle Unthanks per approdare ai Mellow Candle e ai Pentangle. Ballate tanto diafane quanto avvolgenti e oniriche scivolano con poche incertezze e numerosi spunti che invitano a un riascolto non fugace, come il breve e struggente interludio strumentale di “The Ambresbury Daughter”, con synth e harmonium impegnati in un sublime dialogo.
La voce di Marlody conduce l’ascoltatore in luoghi remoti, dove la fragilità acustica e il tocco gentile di canto e strumenti hanno sembianze mutevoli che intercettano sia una mesta rinuncia che il desiderio di continuare a sognare (“City Song”), per poi proiettare le proprie visioni in un archetipo dream-pop (“Unreturning Sun”) dove convivono allegorie passate e angosciose riflessioni sul presente.

Sia il canto che il tessuto musicale godono di una versatilità che ne rafforza la potenza evocativa: le piacevoli assonanze folk-pop di “The New Design”, le sonorità carpite all’avanguardia più soft del rock anni 90 di “Waiting At The Water”, la suggestiva e mai enfatica atmosfera psichedelica e neoclassicheggiante di “An Open Door” sono deliziose pagine neo-folk che non sfigurano nel confronto con il passato e godono di una loro autonomia creativa.
Il debutto dei Mirrored  Daughters è solo al primo acchito un disco ordinario: il suono di campane e campanelli che introduce l’album (“Mirror Descend”) è privo della sacralità passata, quello del sax che si insinua tra le poche fessure è il segnale di una rivoluzione agnostica, dove gli unici elementi sacri sono la natura e la sua realtà immanente.

Lo scricchiolio dell’elettronica e dei field recording di “Something Hollow”, la decisa incursione nella folktronica di “Decrowned” e l’evanescente liturgia quasi goth di “The Lanthorn Daughter” spostano ulteriormente l’asse verso una dimensione temporale indefinita, per molti versi simile ai primi album dei Low, chiave di lettura che sottolinea i tanti pregi e i pochissimi difetti di un esordio eccellente.

04/03/2025

Tracklist

  1. Mirror Descend
  2. City Song
  3. The New Design
  4. The Ambresbury Daughter
  5. Unreturning Sun
  6. Something Hollow
  7. Waiting At The Water
  8. Decrowned
  9. An Open Door
  10. The Lanthorn Daughter
  11. Mirror Ascend

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