Corrado Rizza

Il Piper Club: Tempio del Beat dal 1965

Autore: Corrado Rizza
Titolo: Il Piper Club: Tempio del Beat dal 1965
Editore: Vololibero
Pagine: 164
Prezzo: 29,50 euro

Il Piper Club ha compiuto sessant’anni. Per ricordare e raccontare i primi cinque anni di vita dello storico locale romano, Corrado Rizza ha realizzato un volume che ricostruisce in maniera fedele lo spirito di quell’avventura e alcuni dei momenti più significativi di un’esperienza che ha segnato un’epoca. Corrado Rizza non giunge per caso a un’opera di questo tipo: parliamo di un dj che dall’alba degli anni Ottanta lavorava in alcune delle discoteche più importanti, non soltanto della capitale, non soltanto italiane. Dj, ma anche autore di colonne sonore, producer, selezionatore di compilation di grande successo, regista, autore di numerosi libri, molti dei quali dedicati alla nightlife romana. Personaggio da sempre apprezzato, è diventato negli ultimi anni anche un punto di riferimento sui social network per aver dato vita e aver contribuito attivamente alla crescita di un seguitissimo gruppo Facebook: “Ventanni di Roma by Night (1970 > 1989)”.

In “Il Piper Club. Tempio del Beat dal 1965” Corrado, oltre a scrivere centratissime parti di proprio pugno, lascia il campo aperto alle dichiarazioni dei protagonisti dell’epoca, approfondendo alcune figure fondamentali nello sviluppo del locale (come quelle degli ideatori: Giancarlo Bornigia, Alberto Crocetta e Piergaetano Tornielli), e focalizzandosi sulle serate rimaste scolpite nell’immaginario collettivo, come l’inaugurazione, avvenuta il 17 febbraio del 1965 con l’esibizione dei Rokes e dell’Equipe 84, la “Festa Hippy” del 17 ottobre 1967 ed eventi ancor più ambiziosi, come il concerto dei Pink Floyd, tenuto il 18 aprile del 1968 e la serata in cui Mario Schifano il 28 dicembre del 1967 presentò il suo gruppo musicale, le Stelle, la risposta italiana a quei Velvet Underground promossi a New York da Andy Warhol. Un quinquennio di grande creatività, che vide anche Tito Schipa Jr. mettere in scena la prima opera beat, “Then And Alley”, presto bloccata dai legali di Bob Dylan per l’utilizzo non autorizzato delle canzoni del cantautore americano.

Vengono ricordate più volte le “Ragazze del Piper”: Patty Pravo, Mita Medici, Marina Marfoglia e tante altre erano spesso presenti, da una giovanissima Romina Power a Nada e Rita Pavone. Il Piper funzionò anche come trampolino di lancio verso carriere di grande successo, basti pensare a Renato Zero, Loredana Berté, Mia Martini, la sfortunata Stefania Rotolo, il coreografo Franco Miseria, più numerosi giovani che andavano nel locale di Via Tagliamento per scoprire nuova musica e poi diventarono Lucio Battisti, Luigi Tenco, Lucio Dalla, Claudio Baglioni, una generazione estremamente talentuosa. E ancora la costante presenza di Renzo Arbore, Gianni Boncompagni (che scovava all’estero nuovi gruppi da portare sul palco della discoteca romana, e la Rca spesso metteva sotto contratto quelli sui quali puntare) e delle tante stelle, sia italiane che straniere, che transitarono in quella stagione, anche come semplici clienti, come accadde agli Who e ai Rolling Stones. Interminabile l’elenco dei gustosi aneddoti, come Ringo Starr e George Harrison che, in occasione della trasferta romana per il concerto dei Beatles al Teatro Adriano, pur se accompagnati da Gianni Minà, non riuscirono a entrare dentro il Piper per quanta gente era in fila fuori al locale.

Ma uno dei motivi che rendono speciale il libro sono le oltre duecento fotografie che documentano l’incontenibile energia di quei favolosi anni, densi di sogni e speranze. Per la prima volta i giovani trovavano un proprio spazio espressivo, potendo così dare impulso a ideali di tolleranza, uguaglianza e pace: un fermento generazionale grazie alla quale per la prima volta Roma non si sentiva così distante da Londra o New York. Gli adolescenti che al tempo non avevano ancora il permesso per uscire la sera vissero i pomeriggi al Piper come un’occasione imperdibile per sentirsi parte di una corrente giovanile che desiderava emancipazione e trasgressione, al suono della musica beat, mentre stava per sopraggiungere l’epoca della contestazione giovanile.
Tutto questo è raccolto in un lavoro completo, in grado di ricostruire l’atmosfera di quel luogo magico, fatta non solo di musica, ma anche di mondanità, arte, moda, un volume nel quale si approfondiscono aspetti spesso trascurati, come i dettagli riguardanti la scenografia, gli arredi del locale, il sofisticato apparato tecnico, persino le planimetrie. A corredo dell'opera, una ricca sequenza di playlist con le canzoni più programmate in quei primi, irripetibili cinque anni di vita del Piper Club.

02/03/2025