Federico Guglielmi

L'amore e la violenza: una storia dei Baustelle

Autore: Federico Guglielmi
Titolo: L'amore e la violenza: una storia dei Baustelle
Editore: Giunti
Pagine: 208 + 16 di foto a colori
Prezzo: Euro 22,00

Qualche anno dopo aver descritto in maniera mirabile l’universo Punk, Federico Guglielmi ha realizzato il suo capolavoro “Pop”, firmando la prima biografia autorizzata di una delle più originali band italiane degli ultimi anni, i Baustelle.
Dai pionieristici inizi nella provincia toscana fino al successo dei lavori più recenti, “L’amore e la violenza: una storia dei Baustelle” è un libro pensato come un film, nel quale la storia viene raccontata dai diretti protagonisti, in un lavoro corale nel quale Guglielmi svolge il ruolo di “regista” e di voce fuori campo: oltre ai membri ufficiali della formazione di Montepulciano intervengono musicisti e addetti ai lavori che sono stati vicini alla band, ventiquattro persone in tutto che a vario titolo hanno contribuito significativamente alla vicenda artistica.

Fra esperienze terrificanti (il Festivalbar), il moltiplicarsi degli hater e le ricorrenti sterili accuse di “citazionismo” gratuito, i Baustelle mutano spesso pelle e atteggiamento, passando da dischi più sintetici (“La moda del lento”) ad altri più rock (“La malavita”), da manifesti imprescindibili e pluripremiati (“Amen”) a complessi concept orchestrali per i quali vengono a mancare termini di paragone (“Fantasma”), fino al recente “L’amore e la violenza” che chiude il cerchio consentendo loro di riappropriarsi delle proprie radici più "leggere" e pop-oriented.
La costante è riscontrabile nel tentativo di abbattere le barriere fra musica d’autore e pop, attraverso ritornelli memorabili, arrangiamenti raffinati e testi di grande qualità, capaci di affrontare temi non facili, perfetti a occupare il vuoto lasciato dai grandi cantautori storici.

Lo svolgimento (auto)biografico svela aneddoti simpatici e inaspettati, come l’abitudine giovanile del chitarrista Claudio Brasini di decorare i camerini dei locali dove si esibivano con giganteschi disegni di genitali maschili eseguiti con un pennarello, studiando soluzioni anche elaborate che passavano di parete in parete, scavalcando tramezzi e colonne: chi avrebbe mai potuto immaginare che fossero opera dei tanto educati Baustelle?
Lo sforzo di Federico Guglielmi si concretizza anche attraverso sedici pagine di imperdibili foto a colori, gran parte delle quali mai edite prima, otto interviste storiche che ci calano nell’atmosfera dell’epoca, le recensioni attualizzate di tutti i dischi pubblicati e la discografia dettagliata. Il formato lussuoso con la bella copertina cartonata rende il volume un oggetto di culto, ancor più piacevole sia da leggere che da regalare.

Chiude il libro la sezione “Oltre i Baustelle”, nella quale i tre membri attuali della band raccontano a ruota libera il proprio mondo, concentrandosi sulle attività collaterali e sulle rispettive passioni. Claudio Brasini con le chitarre, gli amplificatori e l'amore per il suono, Rachele Bastreghi con la genesi e la realizzazione di “Marie”, l’esordio solista, Francesco Bianconi con il percorso parallelo di scrittore, sia di romanzi che di canzoni conto terzi.
Francesco sottolinea la gioia nel leggere le critiche degli esperti che lo hanno analizzato in quanto scrittore e non in quanto musicista prestato chissà perché alla scrittura: due romanzi editi da Mondadori gli hanno fatto riconoscere un valore autorale, cosa che non lo fa più sentire come “quello dei Baustelle che è anche bravino a scrivere”.

Ma la duplice veste di Bianconi è esplicitata dalla seguente interessante affermazione “anche se di norma tutti mi fanno i complimenti per i testi, sono un musicista e adoro i brani nei quali le parole non sono comprensibili ma hanno solo un bellissimo suono”. Quella dei Baustelle è soprattutto la sua storia, quella di un intellettuale rock timido e snob che non ha paura di sporcarsi le mani con il pop da classifica.
Una delle più illuminanti descrizioni dei Baustelle riportata nel volume è però offerta dal regista di “Giulia non esce la sera”, Giuseppe Piccioni, che scelse il gruppo per la colonna sonora: “Li avevo conosciuti nel 2008 in occasione di un loro concerto in diretta radio nella sede Rai di Via Asiago. Il nome mi sembrò allora poco comprensibile però suggestivo, quasi a sottolineare una differenza dal panorama musicale di quegli anni, un segno distintivo, l’idea di un progetto aperto, raffinato, pop, ma strettamente apparentato con la musica leggera. Poi l’amore per le parole, mai banali, e le melodie, gli arrangiamenti sofisticati che ne hanno fatto una delle band che sono riuscite a parlare a un pubblico di giovani – e anche di meno giovani come me – del tempo in cui vivono, ma senza compiacerli, senza inseguirli, senza volerli catturare a tutti i costi. Per la loro storia, per quel sogno nato in provincia, i Baustelle sono il gruppo che tutti i ragazzi avrebbero voluto creare”. Non potrebbe esserci sintesi più efficace per riassumere in poche semplici frasi l'avventura dei Baustelle.

Discografia

BAUSTELLE
Sussidiario Illustrato Della Giovinezza (Baracca & Burattini/ Edel, 2000)

La Moda Del Lento (Bmg, 2003)

La Malavita (Warner, 2005)

Amen (Warner, 2008)

Giulia non esce la sera OST (2009)

I mistici dell'Occidente (Atlantic, 2010)

Fantasma (Warner, 2013)

Roma Live! (live, Warner, 2015)

L'amore e la violenza (Warner, 2017)
RACHELE BASTREGHI
Marie (Warner, 2015)
Pietra miliare
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