Geoff Emerick (con Howard Massey)

Registrando i Beatles (Here, there, and everywhere)

Autore: Geoff Emerick (con Howard Massey)
Titolo: Registrando i Beatles (Here, there, and everywhere)
Editore: Coniglio
Pagine: 426
Prezzo: Euro 28,00

 

emerick_beatlesLe note di copertina ci invitano a immaginarci nelle vesti di “una mosca che viaggia nel tempo”, così da “poter entrare negli studi di Abbey Road per assistere all’intera carriera dei Beatles”. A guidarci, in questa fantastica avventura, è Geoff Emerick, che gli appassionati dei baronetti di Liverpool sanno essere stato il fonico di studio che, a fianco del produttore George Martin, seguì le sorti musicali di Paul, John, George e Ringo.
Raccontata con incredibile dovizia di particolari e con un taglio romanzesco che restituisce intatta l’atmosfera di un’epoca irripetibile, la storia che costituisce l’ossatura di “Registrando i Beatles” è quella di un ragazzo che, fin da bambino, aveva sempre sognato di essere nel posto dove “accade la magia”, riuscendo a trasformare quelle visioni oniriche in realtà poco prima dei sedici anni (!), quando, dopo averlo caparbiamente voluto, si ritrovò nel quartier generale della Emi nelle vesti di tecnico assistente, salvo poi avere la fortuna di presenziare alla prima seduta di registrazione dei Four che non erano ancora Fab, ma che già mostravano di avere tutte le carte in regola per andarsi a meritare quell’appellativo. A diciannove anni, dopo l’abbandono di Norman Smith, che aveva curato i suoni della band fino a "Rubber Soul", Emerick venne promosso, su richiesta dello stesso George Martin, ingegnere del suono e fu così che il suo desiderio di incidere profondamente sulla musica di quella che era già diventata la band più famosa del mondo trovò uno sbocco decisivo.

Quello che accadde, di lì in avanti, fu un’esperienza incredibile, a cominciare dalla registrazione dell’epocale “Tomorrow Never Knows”, quando un ancora impaurito Emerick si conquistò la stima di tutti, soprattutto dello scostante e spesso sarcastico Lennon, che aveva detto a Martin di volere che la sua voce suonasse “come il canto del Dalai Lama dalla cima di una montagna, a chilometri di distanza”, lasciando dietro di sé una scia di enigmatico stupore e di timore reverenziale, perché Lennon non era uno che accettava facilmente un “no” come risposta. Dando fondo alla sua fantasia e alle sue competenze, il giovanissimo Emerick, proveniente da Crouch End, nella zona nord di Londra, dove aveva vissuto “un’esistenza abbastanza felice da classe media”, pensò che l’unico modo per venire incontro alla misteriosa richiesta di Lennon fosse quella di far passare la sua voce attraverso un Leslie, un’intuizione che si rivelò vincente e che il futuro Walrus accolse con un sorriso a trentadue denti, lui che, quando aveva sentito parlare del Leslie, un po’ tra il serio e il faceto, aveva provato a opporre resistenza, uscendosene con un innocente “non potremmo ottenere lo stesso effetto legandomi a una corda e facendomi dondolare intorno al microfono?”, facendo partire "le risate isteriche degli altri".

Scritto con il supporto di Howard Massey e finalmente tradotto anche in italiano, grazie all’interessamento della rediviva Coniglio Editore (che, siete avvisati, ha in serbo già tante altre belle sorprese!), “Registrando i Beatles” è uno di quei libri che riesce a dire qualcosa di davvero importante sull’epopea beatlesiana, perché è opera di chi lì, in quegli studi, durante quei giorni febbrili e vibranti di utopia, fumi psichedelici e flower-power, era presente in prima persona... giorni durante i quali la musica di “Revolver”, di “Sgt. Pepper”, di “Magical Mistery Tour”, del “White Album” e via dicendo venne pensata, rifinita e registrata, prima di essere messa sul mercato e raggiungere le case di milioni di persone sparse in ogni posto del globo, a rifocillare una Beatlemania ormai fuori controllo. Emerick apre lo scrigno dei ricordi e ci rende partecipi di un’avventura che si srotola dinanzi ai nostri occhi per oltre quattrocento pagine, offrendo "aneddoti unici e alcune opinioni sorprendentemente critiche" (come scrive Elvis Costello nella sua sentita prefazione al libro) e lasciandoci la sensazione, dopo aver completato la lettura dell'ultima sua pagina, di aver letto uno dei libri musicali più coinvolgenti ed “efficaci” degli ultimi due decenni.