Danger Mouse & Sparklehorse present:

Dark Night Of The Soul

2009 (self-released, unreleased)
alt-rock

Una storia strana, quella di "Dark Night Of The Soul", l'ambizioso progetto del musicista e produttore statunitense Brian Burton (aka Danger Mouse) che annovera tra i suoi contributori alcuni fra i più prestigiosi nomi della scena musicale indipendente. Una storia strana, fatta di giochi di potere e colpi di scena, e sulla quale ancora oggi aleggia l'ombra di un grande punto interrogativo.
Ma andiamo con ordine.

Marzo 2009. Al South By Southwest Music Festival di Austin appare un misterioso manifesto che titola: "Danger Mouse & Sparklehorse present: Dark Night Of The Soul". A seguire, l'elenco dei partecipanti a quello che sin dalle premesse sembrerebbe essere il progetto musicale dell'anno: Black Francis, Julian Casablancas, Vic Chesnutt, Flaming Lips, David Lynch, Jason Lytle, James Mercer, Nina Persson, Iggy Pop, Gruff Rhys, Suzanne Vega.  Un mese dopo su YouTube inizia a circolare un brevissimo e criptico video firmato dall'inconfondibile regia di David Lynch: pochi fotogrammi che contribuiscono ad accrescere la curiosità e il mistero attorno al nome "Dark Night Of The Soul".

A maggio tutti i brani del progetto, ribattezzato brevemente "DNOTS", vengono resi disponibili in streaming gratuito sul blog della Crysalis (casa di produzione con la quale Danger Mouse collabora da lungo tempo) e nel giro di poco gli mp3 sono disponibili in rete. Inizia dunque un download selvaggio. Contemporaneamente si rende noto che i brani saranno pubblicati in uno speciale cofanetto, in uscita ad agosto, che oltre al materiale audio prevede la presenza di speciali contenuti multimediali e di un booklet con un centinaio di fotografie firmate da David Lynch.
A questo punto... a questo punto ci sarebbe il vero colpo di scena. Ma il cappello introduttivo è durato già troppo, e deve necessariamente cedere il passo alla descrizione dell'album. I lettori sappiano, però, che la storia del progetto "DNOTS" non è finita qui.

"Dark Night Of The Soul" nasce dalla collaborazione tra Danger Mouse e Mr. Sparklehorse Mark Linkous. I due in realtà avevano già avuto modo di interagire ai tempi di "Dreamt For Light Years In The Belly Of A Mountain" (Danger Mouse aveva partecipato alla realizzazione dell'album), e dopo quel frangente avevano iniziato a lavorare su alcune tracce incompiute scritte da Linkous. Alla fine avevano messo insieme una serie di pezzi strumentali e li avevano inviati ad alcuni vocalist invitandoli a scriverne i testi. A operazione conclusa, Danger Mouse aveva delegato a David Lynch la creazione di immagini che potessero accompagnare le varie canzoni. Così aveva avuto origine il progetto "DNOTS".

I brani di "Dark Night Of The Soul" riflettono in maniera piuttosto evidente le rispettive personalità dei due ideatori: da un lato l'impronta stilistica di Linkous, con melodie imbellettate da un etereo surrealismo indie-tronico (tanto che sembra a volte di essere di fronte a un album-tributo agli Sparklehorse) e dall'altro la produzione "tirata a lucido" di Danger Mouse, rifinitissima e ruffiana (più di) quanto basta. Su queste "fondamenta" si inseriscono gli ospiti, una manciata di voci di sicuro richiamo cui si aggiunge un insospettabile David Lynch, che, oltre a curare la grafica del progetto nella sua interezza, fa capolino in veste di vocalist in un paio di brani (suoi i lamenti vaporizzati sulla struggente "Star Eyes (I Can't Catch It)" e sue le inquietanti incursioni vocali nella spettrale title track).

Alle ambiziose premesse, tuttavia, non fanno sempre seguito i risultati sperati. Danger Mouse e Linkous si ingegnano in ogni modo per mantenersi sempre "al di sopra delle aspettative", ma non è tutto oro quello che luccica sotto le loro dita: i vocalist in "DNOTS" sono talora messi in ombra dai brani stessi, mentre la sostanza di questi ultimi tende a perdersi tra le sperimentazioni sonore ("Insane Lullaby", "Grim Augury"). Tutto sommato, però, Danger Mouse e Linkous riescono a creare una certa coralità d'insieme, che sarebbe del tutto convincente se a un certo punto Iggy Pop e Black Francis non irrompessero sulla scena cimentandosi in un paio di performance rock claudicanti e fuori contesto ("Pain" e "Angel's Harp", rispettivamente).

Ma "DNOTS" ha anche diversi passaggi felici, che, oltre ai due già citati brani di Lynch, comprendono l'ouverture dell'album "Revenge", nella quale Wayne Coyne si cimenta con i demoni della vendetta tra i fuochi di uno struggente crescendo strumentale; la candida "Daddy's Gone", una ballata pop in cui alla voce di Linkous si affiancano i sognanti backing vocals di Nina Persson; l'avvolgente "Just War", un brano sulla guerra che tra arcobaleni strumentali e stratificazioni elettriche ritrova un (finalmente) ispirato Gruff Rhys.
Volendolo giudicare solo da un punto di vista musicale, dunque, un album come "Dark Night Of The Soul", se non fosse per i nomi coinvolti, non susciterebbe particolari clamori.

La musica, tuttavia, non è il solo aspetto di questa storia.
Pochi giorni dopo la divulgazione dei brani di "DNOTS" sul blog della Crysalis, un ospite a sorpresa sopraggiunge a rovinare la festa in casa Danger Mouse-Sparklehorse: si tratta della Emi, che fa ritirare da YouTube il video di Lynch e vieta a Danger Mouse la pubblicazione dei brani di "Dark Night Of The Soul", minacciando di citarlo in giudizio in caso non rispetti questa sua richiesta. A un primo impatto questa della Emi sembrerebbe solo una capricciosa presa di posizione, dovuta al legame di Linkous con la casa discografica inglese. Ma scavando un po' saltano fuori interessanti retroscena, e più precisamente una brutta storia di violazione di copyright che nel 2004 aveva accompagnato il self-release di "The Grey Album", un mix-up tra il "Black Album" di Jay-Z e il "White Album" dei Beatles che Danger Mouse aveva pubblicato ignorando bellamente i diritti della Emi sui brani dei Fab-Four. Forse dopo quell'incidente la major inglese aveva aggiunto Danger Mouse sul suo temibile libro nero e ha dunque approfittato della prima occasione utile (le royalties sulla produzione a firma Sparklehorse) per assaporare con comodo la sua fredda vendetta.

A seguito della manovra della Emi, sembrava quindi che il progetto di Danger Mouse fosse giunto al capolinea e che la pubblicazione del tanto atteso cofanetto non fosse più possibile. Ma poiché la necessità aguzza l'ingegno, il brillante Danger Mouse pianifica un elegante escamotage per bypassare il veto e farsi anche un po' beffa della potente label. Il cofanetto viene dunque pubblicato, senza però includere in esso alcun brano, e il materiale multimediale e quello cartaceo vengono accompagnati da un cd-r emblematicamente vuoto. Su ciascuna delle copie (una tiratura limitata di 5000 esemplari, venduti a 50 dollari l'uno), vengono riportate queste parole: "For legal reasons, enclosed cd-r contains no music. Use it as you will." Inutile dirlo, "Dark Night Of The Soul" è sold-out in pochissime settimane.
Una lezione da tenere bene a mente, questa, soprattutto per chi pensa ancora che i download illegali rappresentino la morte del mercato discografico.

25/11/2009

Tracklist

  1. Revenge (feat. The Flaming Lips)
  2. Just War (feat. Gruff Rhys)
  3. Jaykub (feat. Jason Lytle)
  4. Little Girl (feat. Julian Casablancas)
  5. Angel's Harp (feat. Black Francis)
  6. Pain (feat. Iggy Pop)
  7. Star Eyes (I Can't Catch It) (feat. David Lynch)
  8. Everytime I'm With You (feat. Jason Lytle)
  9. Insane Lullaby (feat. James Mercer)
  10. Daddy's Gone (feat. Nina Persson and Mark Linkous)
  11. The Man Who Played God (feat. Suzanne Vega)
  12. Grim Augury (feat. Vic Chestnutt)
  13. Dark Night Of The Soul (feat. David Lynch)

Danger Mouse & Sparklehorse present: sul web