John Foxx And The Maths

Evidence

2012 (Metamatic)
techno-pop

Mantide Foxx colpisce ancora. Dopo aver chiuso il sodalizio col  vecchio compare Louis Gordon con una doppia produzione nel 2006 (“From Trash” e “Sideways”) e aver segnato alcune annate recenti anche al ritmo di tre o quattro uscite inedite - per mezzo delle quali si è congiunto artisticamente con Robin Guthrie, Steve Jansen e Steve D’Agostino, Harold Budd e Ruben Garcia e con Theo Travis - da qualche tempo l’ex frontman degli Ultravox si dedica al divoramento creativo del nuovo complice Ben Edwards, di cui “Evidence” rappresenta il terzo accoppiamento in diciotto mesi.
Se da un lato dubitiamo su quanto una cadenza così serrata possa giovare alla longevità musicale di quest’ultimo, di contro la relazione continua a produrre frutti copiosi. L’endemico scetticismo che ci coglie dinnanzi all’esuberanza discografica di chicchessia (ne parlammo in occasione di “Interplay”, lo facciamo a maggior ragione ora), nel caso dei Maths è inusitatamente frustrato dalla freschezza e dalla varietà delle forme che il progetto ha saputo sin qui offrire. 

Se il debutto ha proposto un’efficace fruizione di canzoni tecnologiche, e se "The Shape Of Things" ha esteso con sapienza queste situazioni a sfumature più intime, con “Evidence” si assiste a una sorta di riallineamento a umori e pulsioni molto prossimi all’attuale scena elettronica, senza tuttavia abdicare dalle usuali prerogative stilistiche. Il sound rallenta e l’attitudine si fa più sperimentale e frazionata, indugiando sulle commistioni createsi con nuovi e numerosi ospiti, che se possibile enfatizzano l’interplay su cui poggia la seconda (terza?) giovinezza dell’artista del Lancashire.
Ci si imbatte così in singolari mutazioni, come quella dei Soft Moon che, presenti nella title track, abbandonano le loro abituali claustrofobie metropolitane in favore in una morfinica apocalisse spaziale, di Xeno & Oaklander che, in “That Sudden Switch”,  virano dalle loro melodie lineari per approdare - grazie al filtro foxxiano - a una sorta di mantra glaciale, così come il Matthew Dear di “Talk” finisce col riscoprire a tinte nuove alcuni suoi sopiti afrori, sospesi fra minimal e dubstep. L’unica fra i guest a rimanere fino in fondo se stessa è Gazelle Twin, che si conferma nella sua veste di Enya per corrieri cosmici tanto in “Changelings” (ma è un brano del suo ottimo “The Entire City”,  mirabilmente ritoccato e remixato da Foxx e Benge) quanto nei nuovi ricami di “A Falling Star”, originariamente presente in “Interplay”.

Non che quando i Maths vengono lasciati soli manifestino qualsivoglia imbarazzo, anzi. Intanto piazzano qualche strumentale di pregevole fattura, su tutti l’equinozio jarriano “Cloud Coreography”, ma soprattutto due nuove gemme che finiscono dritte nella lunga e già preziosa collana dedicata al tema della città. Si tratta della marcia midtempo “My Town” (“This is my life, and this is my town, from the rooftops to the underground”), e della soavemente numanoide “Walk”, che abbaglia dal suo angolo di nostalgica penombra metropolitana (“then I walked through all the streets of this city…”) e che, insieme alla commovente preghiera amorosa “Only Lovers Left Alive”, si disputa lo scettro di capolavoro del disco.
Da segnalare infine una cover liberamente tratta dalla pinkfloydiana “Have A Cigar”, non memorabile ma certo singolare, specie se la accostiamo a quella ben più calligrafica che, curiosamente, un'altra celebrità del synth-pop, Paul Humphreys, ha scelto di riprendere un lustro fa nel suo side project Onetwo.

Con “Evidence” crediamo sia giunto il momento, anche per i legittimi adoratori delle nuove frontiere digitali, di staccare le cuffie dai laptop e di depositare le orecchie sul mirabile talento di questo nobiluomo sessantacinquenne, e sulla sua esclusiva sensibilità nel decifrare il suo tempo che, è bene sottolinearlo, è qui e ora. E non certo sepolto nel glorioso passato in cui molti lo hanno già pigramente relegato.

17/10/2012

Tracklist

  1. Personal Magnetism
  2. Evidence (Featuring The Soft Moon)
  3. That Sudden Switch (Featuring Xeno & Oaklander)
  4. Talk (Beneath Your Dreams) (Featuring Matthew Dear)
  5. Neon Vertigo
  6. Changelings (Featuring Gazelle Twin)
  7. My Town
  8. Have A Cigar
  9. A Falling Star (Featuring Gazelle Twin)
  10. Cloud Choreography
  11. Shadow Memory
  12. Walk
  13. Myriads
  14. Only Lovers Left Alive
  15. Talk (I Speak Machine Mix) (Featuring Tara Busch) - bonus track






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