Bobby Joe Long's Friendship Party

Roma Est

2016 (autoprodotto)
synth-pop, coatto-wave

C’è la old wave, la new wave, e poi c’è la coatto-wave. La dramasynthcoatto, per dirla con le note di copertina del cd. Tra le varie rivisitazioni dell’epopea d’oro della wave in chiave tricolore, quella dell’eccentrica, oscura combo romana contiene precise connotazioni di originalità. Con un approccio a metà fra il serio e il faceto, irrobustito da un solido background musicale, l’allegra-ma-non-troppo compagnia degli amici di Bobby Joe Long (per i poco avvezzi alle cronache giudiziarie americane, Bobby è un assassino e stupratore seriale in attesa di essere giustiziato in Florida) riesce a infilarsi fra i luoghi comuni con un sarcasmo noir che sfocia spesso nella provocazione, disegnando paesaggi sinistri, sempre in bilico tra il neo-gotico e il grottesco.

Non ci troviamo fra le umide strade di Londra popolate da truccatissimi blitz-kids, e nemmeno a evocare i fasti mitteleuropei della Berlino bowiana. Siamo piuttosto a Roma, ma non già la città della dolce vita e dei monumenti eterni, ma quella suburbana, lontana dai coni dei riflettori, una periferia che si popola di incubi bizzarri, assurdi, pericolosi, permeati da un dileggio amaro che lascia sospesi fra la risata che seppellisce e l’aggrottare perplesso della fronte.

Siamo più precisamente a Roma Est, e a ricordarcelo – oltre al titolo e allo slang declamatorio del frontman Henry Bowers (nel nome c’è lo zampino di Stephen King, ma lo vedremo più avanti) sono le ombre che si stagliano sul quartiere dormitorio, proiettate qua e là dal fosco bagliore di ossessioni nonsense, ma pure le ben più verosimili manifestazioni di degrado che, a conti fatti, sembrano essere la matrice che ha partorito l’intero progetto: qualcuno, romani a parte, ricorda le cronache che hanno interessato il campo nomadi di Quintiliani, la fermata della metropolitana fantasma nel deserto dell’hinterland?

Introdotti in questo concept sub-futurista dai vaneggiamenti di Goebbels sulla guerra totale, lungo il tragitto ci imbattiamo in soggetti orrifici come i serial-killer Ted Bundy, Richard Cottingham e Andrej Chikatilo, che si mescolano a personaggi cult usciti dalla penna di Stephen King (George Staub, Mort Rainey, ma soprattutto il “pagliaccio Pennywise” che fece le fortune di “It”) salvo poi stemperare grazie a Bryan Ferry, Peter Murphy e Siouxsie Sioux, ma anche a Franco Fabrizi e Roberto Pruzzo (che “la metteva dentro sempre a Marassi”), in una mèsse di citazioni che è poi la linfa vitale dell’album.

Dal punto di vista musicale, “Roma Est” si sviluppa lungo una direttrice che parte dai Joy Division e arriva a Soft Moon, con basi dinamiche ritagliate attorno a uno spoken-word uguale contrario a quello degli Offlaga Disco Pax: la synth-wave e i testi recitati sono i punti di contatto, ma le analogie, con tutta evidenza, finiscono qua.
C’è un gran fluire di casse dritte, suscitate da linee di basso squadrate, synth dal sapore analogico e chitarre à-la Bernard Sumner prima maniera, ma sempre all’interno di canzoni ben concepite, che sanno vivere di vita propria grazie a refrain a presa diretta (provare “Vortice de Totip”, “Workship Siouxsie Sioux”, o “Kiss Kiss, Bela Kiss” per credere), tessiture strumentali di spessore (“Rebibbia”, da questo punto di vista, susciterebbe il plauso di Billy Currie), e arrangiamenti efficaci e mai sopra le righe (quelli evocativi del raccapriccio di “Sesso coi morti”, o dell’angoscioso zapping televisivo di “Roma Est”, ad esempio).

Il disco, invece, sopra le righe ci finisce più volte e volutamente, ma senza mai debordare nel cattivo gusto, pur flirtando fitto con il kitsch, con una buona dose di autoironia che cita la grettezza senza mai farsene interprete, e manifesta la propensione per il trucido come spunto per farci una pensata. Una coatto-wave – insomma - che ci fa, essendo però qualcosa di più, e qualcosa d’altro ancora.

Il cd è autoprodotto ed è oggi disponibile in un numero limitato di copie che possono essere acquistate scrivendo direttamente alla band all'indirizzo e-mail bobbyjoelongfp@gmail.com

01/04/2016

Tracklist

  1. Vortice de Totip
  2. Vlad Tor Tre Tepes
  3. Serialità
  4. Quintiliani Next Stop Vergeltungswaffen
  5. Kiss Kiss Béla Kiss
  6. Rebibbia
  7. Maledici et millanta
  8. Flauto de vertebre
  9. Sesso coi morti (in una bara piena de topi)
  10. Notte fuori
  11. Workship Siouxsie Sioux
  12. C'ho una troia morta sotto il materasso
  13. Roma est

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