La pubblicazione del lavoro solista "The Sorcerer", sonorizzazione del film "Tabù" di Murnau, è stata l'occasione per rivolgere qualche domanda via mail all'artista francese, noto soprattutto per essere il leader degli Ulan Bator. Le risposte mostrano chiaramente quanto sia importante per Cambuzat non accodarsi ad alcun filone musicale esistente, ma cercare solo e unicamente di ascoltare la propria ispirazione ed esprimere la propria personalità.
Dopo tanti anni di militanza in progetti che prevedono comunque l'apporto di altri musicisti, esce questo disco a nome esclusivamente tuo: che effetto ti fa?
La voglia di lavorare su un disco da solista c'è l'ho dal 2000, dopo avere registrato "Ego: Echo" con Michael Gira (Swans). Poi, avendo una totale libertà artistica con Ulan Bator, non ho mai capito bene cosa avrei potuto esprimere di diverso come solista. Ogni volta che ho iniziato a lavorare su qualcosa mi sembrava sempre che suonasse "Ulan Bator" quindi, ho sempre lasciato perdere.
È solamente dopo un'esperienza di cine-concerto con i Faust che è partita la "fiamma". In quel caso, per la prima volta, ho avuto voglia di ripetere quel tipo di l'esperienza da solo. Sonorizzare un film, credo che sia qualcosa di molto personale e quindi ho scelto "Tabù" di Murnau, che si prestava molto ai miei gusti cinematografici.
Il tuo precedente "allontanamento" dagli Ulan Bator, ovvero i Chaos Physique, ha un suono decisamente più omogeneo ed improntato all'elettricità rispetto a questa colonna sonora. Cosa ti ha spinto a cercare una maggior poliedricità, la necessità di dare un supporto musicale adeguato al film o una tua esigenza artistica?
Volevo fare qualcosa anche al servizio delle immagini e non qualcosa di egocentrico intorno alla mia musica. Alla fine, più che un lavoro da solista potrebbe essere visto come un duetto musicista-regista.
Un'altra differenza tra i due progetti è la presenza del cantato in Chaos Physique e la sua assenza qui. C'è un motivo preciso per questa differenza di scelta? Forse la maggior ricchezza e la natura stessa degli arrangiamenti in questo caso mal si sarebbero accoppiati con il suono di una voce umana? O forse c'entra il tipo di immagini del film?
Sono due lavori molto diversi. Chaos Physique e il frutto di improvvisazioni con altri due musicisti (Pier Mecca e Diego Vinciarelli). Non lo vedo per niente come un progetto solista. Anzi, secondo me Chaos Physique è meno strutturato come un progetto solista rispetto a Ulan Bator che spesso e volentieri nel passato era un lavoro a distanza. Con i Chaos siamo un altro gruppo in tutto e per tutto anche se la nostra attività non è sempre costante per colpa del poco tempo che abbiamo a disposizione. Per rispondere più precisamente alla tua domanda, la voce non si prestava a questo disco. Scrivo già tanto con i miei altri progetti che stavolta volevo anche avere la libertà di scelta rispetto a come rapportarmi con le immagini. La cosa più importante è che il progetto "Sorcerer" è nato dai cine-concerti di cui parlavo prima. Non aveva senso cantare su delle immagini che hanno già il loro senso e peso molto forte.
Parlando sempre del rapporto tra la musica e le immagini che essa deve supportare, ogni brano è stato pensato in un certo modo conoscendo perfettamente le immagini a cui doveva abbinarsi, oppure hai lavorato conoscendo semplicemente lo spirito del film nella sua globalità?
Ho lavorato su delle sequenze. Ho diviso il film in circa venti parte distinte e poi, lavorato su ognuna in loop. Ovviamente, l'atmosfera generale l'ho trovata lavorando all'inizio visionando l'intero film. È stato un lavoro lungo ma anche fluido. Ho scritto la mia musica, che mi sembrava l'unica che al momento avessi voglia di sentire su quelle immagini. Non ho mai voluto ascoltare altre musiche composte per questo film prima di finire il mio lavoro. Non volevo farmi influenzare da quello che era già stato fatto precedentemente.
Quando si parla di musica "ambient" o "d'atmosfera" si pensa sempre a una proposta dal suono delicato e soffuso, invece tu sia qui che con Chaos Physique ti muovi su altri territori, eppure secondo me si può comunque parlare di musica d'atmosfera. Sei d'accordo?
Sono decisivamente e volutamente "sporco". Mi piace di più il suono analogico e quindi, anche quando lavoro con un computer, cerco sempre di ottenere un suono caldo anche se uso esclusivamente strumenti elettronici. Io non appartengo a nessuna "chiesa musicale" quindi, posso fare quello che voglio. Non m'importa che sia nelle regole del fare o meno. I dischi ambient che mi piacciono sono i primi di Brian Eno, di Popol Vuh opure di Terry Riley... registrati in analogico con un tessuto sonoro spesso volontariamente grezzo. E quel sound che piace a me.
Mi sembra che il principale intento di quest'opera sia far vivere all'ascoltatore certe situazioni di calma apparente nelle quali invece c'è una tensione che resta sottopelle ma è palpabile e più di una volta è sull'orlo di uscire chiaramente in superficie.
Forse sì, non ti so dire di preciso, l'intenzione e di esprimere attraverso la mia musica le emozioni che mi ha trasmesso "Tabù". Le immagini del film sono molto soggettive anche quelle, non si tratta di un film "di orrore" come lo era "Nosferatu". Comunque, quello che trasmetto e tutto merito di Murnau.
Il 2010 ha visto anche la pubblicazione di un nuovo disco degli Ulan Bator. Nella nostra recensione diciamo espressamente di non fossilizzarsi troppo sul vostro lato post-rock quando si parla di voi. Sei d'accordo?
Grazie della domanda. Non siamo mai stati un gruppo post-rock come lo intende la stampa in generale. Per me il post-rock inizia dopo Elvis. Lui era il "rock" incarnato. Dopo di che, è tutto post-rock. All'inizio ci hanno messo questa etichetta addosso, ma ho fatto di tutto per sbarazzarmene. Mi sa che oggi ci siamo quasi. Voglio che Ulan Bator sia Ulan Bator. Unico, brutto, bello, utile, inutile, piace, non piace, non m'importa ma voglio che sia Ulan Bator.
Molti italiani hanno scoperto gli Ulan Bator quando avete fatto da spalla ai CSI nel tour di "Tabula Rasa Elettrificata" (anch'esso menzionato nella recensione). Come eravate entrati in contatto con i CSI? Che ricordi hai di quel tour? Dev'essere stato emozionante suonare di fronte a tanta gente in posti grandi.
Si lo è stato. Eravamo di base a Parigi e un'amica francese in comune ci ha detto che i CSI cercavano un gruppo per fare da spalla al loro tour. Era piaciuto a Maroccolo il nostro secondo disco : "2°" e da li, abbiamo preso e siamo partiti quasi subito per suonare al Palaeur di Roma davanti a 10.000 persone. Dopo di che, visto che eravamo piaciuti, siamo andati avanti ad aprire i loro concerti per una stagione intera. Ho un bellissimo ricordo del periodo, era divertente suonare la nostra musica che era bella "strana" davanti a così tanta gente.
In tanti anni di attività degli Ulan Bator, periodicamente ci sono stati dei cambiamenti nel vostro repertorio. Esistono, però, secondo te, degli elementi che non hanno mai abbandonato il vostro stile musicale?
La spontaneità dal vivo ma anche nel modo di comporre i brani. Nascono tutti da improvvisazioni che vengono molto elaborate e fase di registrazione. La lingua francese potrebbe essere il secondo elemento permanente nel gruppo. Poi io, che sono l'unico veterano a condurre la band fin dal 1993.
Sei francese, ma i contatti con la scena alternative italiana non ti sono mai mancati. Quanto trovi che sia cambiata negli ultimi quindici anni? Ci sono gruppi che ti risulta abbiano un minimo di notorietà in Francia?
Questi ultimi anni sono cambiati, quanto siamo cambiati tutti. Quanto è cambiato il mondo capitalista in cui viviamo... Credo che in Europa in generale, la musica alternative abbia perso un po' di freschezza. Manca un nuovo respiro. Tutto si ripete, non sento molte cose rivoluzionarie in giro. Sicuramente anche io mi ripeto. Vedo il futuro della musica aldilà dei nostri confini Europei. Inizio a interessarmi a gruppi che vengono dalla Russia, dall' Africa del nord, dalla Cina, che fanno musica contaminata dall'occidente, ma a modo loro. Mi sono un po' stufato dalla legge del marketing che ci sta uccidendo in Europa a livello creativo. Sento troppi gruppi che provano ad andare sulle orme di altri che hanno avuto uno certo successo commerciale. Percorsi inutili secondo me... Voglio novità. Gruppi Italiani che hanno notorietà in Francia? Gli Zu, ma sempre in un ambito molto alternativo.
Sul tuo Myspace si può leggere la lista dei musicisti con cui hai collaborato nel corso della tua carriera, e spesso si tratta di artisti dallo stile molto diverso dal tuo, direi molto più diretto e immediato. Ti ha dato qualcosa il confronto con queste personalità così importanti?
Ho collaborato con persone che mi interessavano o piacevano sul piano umano. La musica non è tutto. Se le persone fanno schifo, io 'scappo'. Poi sono stati incontri della vita, non ho mai provocato incontri forzati, certe collaborazioni sono state fatte anche con personaggi la cui musica non necessariamente mi piaceva, ma umanamente la pensavamo un po' allo stesso modo. Collaborare con "persone importanti" ti dà spesso fiducia. È certamente gratificante ma conta sempre il risultato dell'incontro, il "perché"...
ULAN BATOR | ||
Ulan Bator (Les Disques Du Soleil Et De L'Acier 1995) | ||
2° (Les Disques Du Soleil Et De L'Acier 1996) | ||
Végétale (Les Disques Du Soleil Et De L'Acier 1997) | ||
Polaire (CPI Records 1997) | ||
Ego:Echo(Les Disques Du Soleil Et De L'Acier/Young God Records, 2000) | ||
D-Construction (Les Disques Du Soleil Et De L'Acier, 2000) | ||
OK:KO (Ursula Minor 2002) | ||
Nouvel Air(Les Disques Du Soleil Et De L'Acier/Alternative Produzioni, 2003) | ||
Rodeo Massacre (Jestrai Recoprds, 2005) | ||
Ulanbataar 1993-1998 (Jestrai Recoprds, 2007) | ||
Tohu-Bohu(Acid Cobra, 2010) | ||
En France / En Transe (Acid Cobra, 2013) | ||
Abracadabra (Acid Cobra/Overdrive, 2016) | ||
Stereolith (Bureau-b, 2017) | ||
CHAOS PHYSIQUE | ||
The Science Of Chaotic Solutions (Jestrai Records, 2009) | ||
AMAURY CAMBUZAT | ||
The Sorcerer (Acid Cobra/DeAmbula Records, 2010) |
MySpace |