Sotto l'egida di Bad Religion e Descendents, a inizio anni 80 fiorisce l'hardcore melodico californiano che si muove tra Los Angeles e la Bay Area all'insegna della velocità, del sing-along e dello skate, lontano dalle sonorità caustiche dell’hardcore di Black Flag e T.S.O.L. o dall'impegno politico dei Dead Kennedys, ma vicino alla cantabilità di Ramones e Beach Boys. Nel decennio si moltiplicano dischi e concerti di band come NOFX, Operation Ivy, Green Day, Rancid, No Use For A Name, Offspring e Mr. T Experience, grazie al lavoro di etichette indipendenti come la Epitaph (1981) di Brett Gurewitz dei Bad Religion a Hollywood, la Lookout! (1987) di Lawrence Livemore a Berkeley e poi la Fat Wreck Chords (1990) di Fat Mike dei NOFX e della moglie a San Francisco.
Si tratta di un fenomeno musicale e culturale che - a partire da locali, squat, community center e skate park legati al network hardcore dalla fine degli anni 70 - si allarga al resto della California (Lagwagon, Pennywise, Blink 182) e del territorio statunitense (Screechin' Weasel, The Queers), divenendo presto un fenomeno globale della portata del grunge, col successo planetario nel 1994 di album come "Dookie" (Reprise) e "Smash" (Epitaph), che occupano il palinsesto di Mtv con videoclip in heavy rotation. L'industria discografica si era infatti rivolta al fermento punk-rock per trovare the next big thing e uscire dalla cupezza della musica di Seattle - nell'anno in cui Kurt Cobain decide di togliersi la vita - trovando la formula mass-mediatica perfetta nei Green Day, che avevano appena lasciato la Lookout!, e negli Offspring, ancora per poco con la Epitaph che, con "Smash", aveva pubblicato un all time indie bestseller che avrebbe raggiunto undici milioni di copie vendute.
In piena filosofia indipendente, i NOFX si sottraggono al circo mediatico, rifiutano major e Mtv, mettono su una loro etichetta per dare sfogo alla creatività con Ep/live e sostenere la scena, rimanendo fedeli alla Epitaph. In quell'emblematico 1994 - che diventa per il punk quello che il 1991 rappresentò per il grunge ("the year punk broke...!") - i NOFX realizzano col quinto album "Punk in Drublic" - anagramma di drunk in public - uno dei capolavori del punk contemporaneo con ben 40 minuti (!!!) di musica adrenalinica, ironica e istrionica, ricca di melodie cantabili, che non ripiega su formule pre-esistenti.
Ad aprire un vero e proprio anthemgenerazionale, "Linoleum", brano modello non solo dell'hardcore melodico ma di una creatività tutt'altro che scontata:
Possessions never meant anything to mePoco più di due minuti, principiati da un iconico hook di chitarra, in cui non è presente alcun ritornello ma in cui determinate frasi si stampano nella testa per essere cantate in coro ("So what? So what? So what?"). Una cavalcata ritmica tesa, spesso a due voci armonizzate, che si svuota brevemente a metà in una sorta di bridge che altro non fa che risparare in orbita il brano, verso la chiusura finale, circolare, sull'hook iniziale.
I'm not crazy
Well that's not true, I've got a bed
And a guitar, and a dog named Bob who pisses on my floor
That's right, I've got a floor
So what? So what? So what?
Leave it the same, change with the leavesRipercorrendo la discografia dei NOFX a posteriori i membri della band vedono "Punk In Drublic" in maniera diversa - per Fat Mike non è il loro miglior esito, a differenza invece di ciò che dichiara El Hefe - forse proprio perché l'album rappresenta al meglio l'incontro delle anime nel gruppo, tra visioni punk più provocatorie e un edonismo musicale che emerge dalle svariate soluzioni messe in atto, che richiamano lo spirito dei Clash.
Bringing in the sheaves, bringing in the old
Leave it alone
26/03/2023