Primal Scream

Evil Heat

2002 (Columbia) | psichedelia

Finalmente il nuovo, chiacchieratissimo, disco degli scozzesi Primal Scream: se ne era fatto un gran parlare soprattutto per via di un brano, originariamente intitolato "Bomb The Pentagon"(!), titolo che ovviamente ha fatto tremare non poco la casa discografica: forse potevano essere coraggiosi fino in fondo i Primal Scream, invece hanno preferito evitare altre polemiche modificando il titolo del brano incriminato, che è diventato "Rise". Ciò non toglie nulla della carica eversiva del pezzo, un rock industriale aggressivo e veramente "cattivo".

Ed è proprio la cattiveria il leit-motiv del disco e del nuovo corso dei Primal Scream, come già si era intuito dal precedente, bellissimo "Exterminator". Brani tiratissimi come "Miss Lucifer" (una sorta di techno-punk lanciato a velocità supersonica) e "City" (un garage rock nobilitato dall'intervento alla chitarra di sua maestà Kevin Shields) rappresentano al meglio l'equilibrio raggiunto dalla band nel conciliare la sperimentazione elettronica con le radici rock.

Straripante di citazioni (anche letterali, come quella a P.K. Dick nella strumentale "A Scanner Darkly", o quella ai maestri Kraftwerk nella lunga e affascinante "Autobahn 66") e apparizioni quantomeno "speciali" (vedi Robert Plant che suona in "The Lord Is My Shotgun" e Jim Reid dei Jesus Jesus & Mary Chain che canta "Detroit"), l'album è forse il più frammentario nella già sufficientemente dispersiva discografia dell'assortito ensemble scozzese. Un brano suggestivo come "Deep Hit Of Morning Sun" posto in apertura farebbe sperare in un capolavoro, ma come capita spesso a Bobby Gillespie e soci, strada facendo inciampano in episodi francamente inutili (vedi l'imbarazzante cover del classico swing "Some Velvet Morning", cantata(?) dalla top-model Kate Moss, peraltro già rifatta qualche anno fa dai meravigliosi Slowdive). Merita un applauso comunque la scelta di concludere un disco come questo, con la lenta e malinconica "Space Blues #2".

In sostanza, un album che si apre e si chiude con due gioielli, ma nel mezzo, a parte le già citate "Miss Lucifer" e "Rise", a regnare è l'indecisione, sebbene non manchino sprazzi di genialità. I Primal Scream restano comunque uno dei gruppi britannici più innovativi e interessanti. Attendiamo ancora pazientemente il capolavoro che, di sicuro, è alla loro portata.

(04/11/2006)

  • Tracklist
  1. Deep Hit Of Morning Sun
  2. Miss Lucifer
  3. Autobahn 66
  4. Detroit
  5. Rise
  6. The Lord Is My Shotgun
  7. City
  8. Some Velvet Morning
  9. Skull X
  10. A Scanner Darkly
  11. Space Blues #2
Bobby Gillespie & Jehnny Beth su OndaRock
Recensioni

BOBBY GILLESPIE & JEHNNY BETH

Utopian Ashes

(2021 - Third Man)
Nuovo progetto a quattro mani per i leader di Primal Scream e Savages

PRIMAL SCREAM

Demodelica

(2021 - Sony)
Sedici take intermedie svelano il processo che condusse alla realizzazione di "Screamadelica" ..

PRIMAL SCREAM

Chaosmosis

(2016 - First International/Ignition)
Il disco più (synth) pop nella carriera della band guidata da Bobby Gillespie

PRIMAL SCREAM

More Light

(2013 - Ignition)
Lo scintillante ritorno della band di Bobby Gillespie dopo cinque anni di assenza

PRIMAL SCREAM

Beautiful Future

(2008 - Warner)
La band scozzese torna con il suo disco più completo ed eterogeneo

PRIMAL SCREAM

Riot City Blues

(2006 - Columbia)

PRIMAL SCREAM

Screamadelica

(1991 - Creation)
Il rock e la house che si incontrano alla festa psichedelica dei Primal Scream

News
Live Report
Speciali

Primal Scream sul web