In occasione dell'attuale celebrazione dei suoi trent'anni di carriera, Marc Almond sta supervisionando personalmente un'interessante campagna di ristampe che riguardano alcuni tra i suoi più interessanti album solisti, incisi dopo l'abbandono del mondo delle major discografiche e dopo l'insuccesso dell'incoerente "Fantastic Star" pubblicato dalla Mercury. Il primo titolo che ha subito il trattamento deluxe è stato "Open All Night", lavoro che lo ha visto risorgere artisticamente e abbracciare con successo le sonorità allora più à-la-page della scena britannica (trip-hop incluso) pur rimanendo se stesso. Il risultato? Critiche spesso lusinghiere e l'inizio di una lunga e feconda partnership artistica con Neal Whitmore, dapprima chitarrista dei Sigue Sigue Sputnik.
"Stranger Things" è il secondo album selezionato per questa serie per collezionisti, che comprendono un cd aggiuntivo ricco di provini, remix, registrazioni dal vivo, cover rintracciabili in dischi tributo, collaborazioni con altri artisti e canzoni proposte in versioni embrionali. Prodotto dal compositore islandese Jóhann Jóhannsson, membro degli Evil Madness capace di passare dalle musiche per installazioni alle collaborazioni con Barry Adamson e i Pan Sonic, è un bel disco in equilibrio tra luci e ombre, che amalgama un sofisticato synth-pop aggiornato per il nuovo millennio, atmosfere alla John Barry e altri episodi più intimi - con quel pizzico di glamche rende da sempre la voce dei Soft Cell uno fra i più inconfondibili entertainers emersi nella terra d'Albione.
Il viaggio parte da "Glorious", unico singolo estratto dal lavoro, fortemente melodico e avvolgente. Marc è in ottima forma, come dimostra in altri episodi da antologia: "Born To Cry" è una canzone che non stonerebbe nel repertorio di Shirley Bassey (proprio in quegli anni Almond dichiarò alla stampa di aver scritto alcune canzoni pronte per la celebre artista gallese, ma poi qualcosa non dev'essere andato per il verso giusto); "Under Your Wing" è una delicata ballad in debito col David Bowie di "Hours". "Lights" è la gioia di vivere di un sopravvissuto ("Sometimes it feels so good to be alive...") trasposta su pentagramma. L'eccentrico chansonnier elettronico di Southport supera se stesso con il gioiellino "Moonbathe Skin" che omaggia la grande Juliette Greco, e si concede una chiusura da interprete con una rivisitazione di "Telepathy" di Emiliana Torrini, un'artista italo-islandese (con un titolo diverso, "Love In A Time Of Science").
Gli "extras"del secondo cd non provengono tutte dalle stesse sessioni. Purtroppo non ci sono i due brani con i Rosenstolz ("Total Eclipse" di Klaus Nomi e "Amo Vitam" sono assenti, forse per questioni di licenze) e quelli che Almond ha registrato con Mekon (John Gosling) - "Out Of My Soul" e una rilettura di "Please Stay" di Burt Bacharach, in seguito remixata dagli ottimi Röyksopp. Nessuna traccia neppure di "Soul On Soul" con Ferry Corsten (System F) né di "Volcana" (incisa con i 6ths, uno dei tanti progetti dell'infaticabile songwriter americano Stephin Merritt). Detto questo, resta comunque una pletora di chicche, talvolta totalmente inedite, con cui i fan potranno deliziarsi. "The Beautiful Light Of Madness" era già nella ristampa di "Open All Night" ma con un diverso arrangiamento drum 'n bass, e viene pubblicato per la prima volta il demo di "Suburban Opera" - una canzone scritta da Marc Almond per l'album "Legend" di P. J. Proby (che tra gli ospiti di lusso annovera i My Life Story e membri dei Saint Etienne).
"Fur", presente qui in ben quattro versioni (la più interessante delle quali è stata incisa con il progetto electro-dance Replicant di Kinky Roland, con il quale realizzerà una meno azzeccata "Face Control") era il retro di "Glorious" e restituisce agli affezionati un po' del suo lato sleazy, sordido e provocante,tenuto molto a bada nell'album. C'è posto anche per due canzoni con i Laska Omnia (ovvero "Pleasure and Pain" e "The Guilt Of My Secret") e un originale tris di cover dedicato ad artisti francesi: "Our Love, My Love" è un tributo ad Aznavour, "Ame Caline" è una vecchia hit di Michel Polnareff e "I'm The Boy" con i Trash Palace proviene da "Monsieur Gainsbourg", disco dedicato all'artista parigino scomparso vent'anni fa. Altre rarità da non lasciarsi sfuggire sono la primissima versione di "The Exhibitionist", canzone che ha trovato posto dieci anni dopo nell'album "Varieté", e un'emozionante registrazione di "I Created Me" (brano di cui non esiste ancora una versione in studio) "catturata" alla Union Chapel londinese.
Non sempre le ristampe della Cherry Red hanno incontrato il favore del pubblico, ma stavolta ci troviamo di fronte a riedizioni ben curate, confezionate in accattivanti super jewel case e proposte soprattutto al prezzo di un solo cd. Il prossimo titolo ad essere ristampato e ampliato sarà "Heart On Snow", un insolito omaggio alla canzone russa del Novecento. Nei piani di Almond c'erano anche una raccolta con tutti i suoi singoli a partire dal 1984 (il titolo sarebbe stato "All The A's") e un'altrettanto esaustiva video collection, ma per ora sembra difficile mettere d'accordo tutte le etichette per le quali il nostro ha inciso (e ancora di più convincere il suo ex-manager Stevo a collaborare).
"Stranger Things" sarà a lungo l'ultimo album cantautorale di Marc, che poi riformerà temporaneamente i Soft Cell e sarà costretto alla riabilitazione dopo un incidente in moto. È un disco che potrà piacere ai neofiti, e che può raggiungere per l'occasione un più vasto pubblico che se l'è lasciato sfuggire per colpa di una carente promozione.
12/01/2011