Signore e signori, preparate le vostre scarpe da ballo. La festa è organizzata dagli Scissor Sisters, che con due dischi riuscitissimi hanno guadagnato il plauso di illustri colleghi come gli U2 (che li vollero come gruppo spalla per alcune date durante il Vertigo Tour pochi anni fa), il cantante degli Erasure, Andy Bell (che ha voluto Jake Shears in "I Thought It Was You", canzone inclusa nel suo primo disco solista), i New Order (Ana Matronic è ospite nella loro "Jetstream"), Kylie Minogue (per la quale Shears e Babydaddy scrissero "I Believe In You", uno dei due inediti della doppia antologia "Ultimate Kylie"), i Pet Shop Boys e persino Elton John, che non ha esitato a dare un consiglio da amico alla band dopo aver ascoltato alcune canzoni nuove, che avrebbero trovato posto in un album che è stato poi cestinato (senza troppi rimpianti).
Il gruppo, che nel frattempo ha perso il batterista Paddy Boom (rimpiazzato da Randy "Real" Schrager) è dunque ripartito da zero e presenta il nuovo album "Night Work", che arriva a quattro anni dal precedente "Ta-Dah" e vede Stuart Price, produttore di dischi come il recente bestseller "Confessions On A Dancefloor" di Madonna, "System" di Seal e il nuovo "Aphrodite" della Minogue, in cabina di regia. La buona notizia è che i ragazzi sono ancora in grado di scrivere canzoni pop che entrano immediatamente in testa, con un appeal che supera barriere generazionali (la loro è quasi una summa della musica dance dagli anni 70 ad oggi).
Gli Scissor Sisters sono camp al punto tale che se Hanna & Barbera avessero mai creato una serie a cartoni animati dedicata alla comunità gay, i protagonisti potrebbero facilmente avere le loro sembianze - ma la loro proposta è semmai più pansessuale, capace com'è di rivolgersi con sapiente malizia a un pubblico eterogeneo. Senza mai celarsi dietro chissà quale ambiguità o al "detto-e-non-detto" - ma stando anche attenti a non calcare eccessivamente la mano.
Le tinte sono sempre pastello, ma nelle nuove canzoni le tonalità sembrano più tenui del solito: Price riesce a miscelare bene gli ingredienti che ha a disposizione - melodie accattivanti, testi ironici e intrisi di double-entendres - e conserva il gusto per le citazioni disco del passato (anche se agli ABBA, agli Electric Light Orchestra, a Elton John e ai Supertramp più commerciali di "Breakfast In America" e "Famous Last Words" ora si sostituiscono altre fonti di ispirazione, da quelle più nobili fino ad altre più trash). Nell'insieme, questo "Night Work" è forse il loro lavoro più robusto, con una trama ben sviluppata.
Se la musica è più bidimensionale rispetto al passato, senza però che ci siano momenti di noia, qui Jake Shears si rivela un interprete più eclettico ed espressivo. Non rinuncia al suo falsetto - spiritato quanto il suo sguardo - ma stavolta lo alterna con intelligenza a tonalità più basse che fanno emergere altri lati piuttosto interessanti della sua personalità (un bell'esempio di questo nuovo approccio è la sua performance da lascivo "dandy a luci rosse" nell'ottima "Sex And Violence").
Come al solito in un disco degli Scissor Sisters troviamo una miriade di richiami e di citazioni. Se la title track è una cristallina dichiarazione d'intenti nel più puro stile hi-nrg, "Something Like This" (che non si allontana da alcune sonorità proposte di recente dagli Hot Chip) incorpora l'indimenticabile arpeggio di "Radioactivity" dei già spesso saccheggiati Kraftwerk e lo trasforma in qualcos'altro. Pur non essendo tra gli episodi più felici della raccolta, "Harder You Get" (la loro nuova "Tits On The Radio"?) ricorda ben due canzoni dei primi Talking Heads in un colpo solo (se il basso all'inizio richiama "Psycho Killer" il ritornello cita la cover byrniana di "Take Me To The River"). "Running Out" potrebbe sembrare un pezzo dance sui generis, se non ci fosse una chitarra elettrica dal profumo new wave (pensate agli Psychedelic Furs, o ai Cult di "She Sells Sanctuary") ad impreziosirlo. Se ascoltando "Skin This Cat" vengono in mente Giorgio Moroder e alcune caramelle pop-funk che troviamo nel secondo disco dei Pleasure di Fred Ball, quando si arriva a "Sex And Violence" si materializzano i Pet Shop Boys di "Please" nonché i Soft Cell di "On An Up" (da "Cruelty Without Beauty").
La prima hit estratta, "Fire With Fire", è forse la meno rappresentativa dell'intero lotto (ascoltandola bene sembra un tentativo di riscrittura di "Human" dei Killers, prodotta non a caso da Stuart Price). In quello che invece sarà il prossimo singolo ("Any Which Way") i Bee Gees di "Saturday Night Fever" vanno a braccetto con i Jamiroquai più scatenati e piacioni, mentre la drum machine di "Night Life" sembra presa in prestito da "Take On Me" - il più grande successo degli a-ha.
La brillante "Invisible Light", cui è affidato il compito di concludere la breve - seppur intensa - cerimonia, ingloba più o meno volontariamente frammenti di "Welcome To The Pleasuredome" dei Frankie Goes To Hollywood e persino delle meno convenzionali produzioni della "premiata ditta" Stock Aitken & Waterman (come "It's Been A Long Time" dei Dead Or Alive) con la voce recitante di Ian McKellen, che con il mondo del pop già flirtò diversi anni fa quando comparve nel videoclip di "Heart" dei Pet Shop Boys nei panni di Nosferatu. Non si raggiungono certamente i livelli di Vincent Price in "Thriller", ma ci manca poco.
Mancano dei veri colpi di scena, e non esiste una sola ballad come le pregevoli "Mary" o "Land Of A Thousand Words". Tuttavia abbiamo pronto un disco adattissimo per le notti estive - anche se molti di noi potrebbero ritrovarsi ad ascoltarlo durante il giorno, magari in auto, e sarà impossibile non ritrovarsi almeno a tamburellare con le dita sul volante.
Ci sono almeno tre o quattro potenziali singoli. Stuart Price è riuscito a non imporre troppo la propria personalità ("Night Work" suona ancora come un disco degli Scissor Sisters) e allo stesso tempo a dare al risultato finale il suo ormai sempre più inconfondibile marchio di fabbrica. Peccato per la scarsa originalità di alcune proposte, ma se non è poi un grosso problema giocare al "motivo mascherato" durante i quarantacinque minuti di ascolto, "Night Work" scivola via che è un piacere.
02/07/2010