Per essere davvero incisivi occorre tornare primordiali? Se è un disco senza compromessi quello che state cercando per aprire degnamente il vostro 2016 musicale, lo avete trovato.
Pierpaolo Capovilla e Xabier Iriondo, sono due di quelli che hanno fatto gli anni 90 italiani, rispettivamente con One Dimensional Man e Afterhours, non sarà stato un problema coinvolgere nel nuovissimo progetto Buñuel Franz Valente (batteria de Il Teatro degli Orrori) ed Eugene S. Robinson, voce degli Oxbow, noise-rock band californiana che mosse i primi passi nel 1989.
Trenta minuti iper-esplosivi sono il risultato del loro incontro, un terremoto hardcore compresso in nove tracce assolutamente urticanti, nelle quali le chitarre e le attrezzature infernali pilotate con la consueta anarchica maestria da Iriondo vengono innestate su una sezione ritmica schiacciasassi (Capovilla si occupa del basso, sovente ultra-effettato).
Il magma sonico così generato è il tappeto ideale sul quale non offre certo rassicurazioni la voce di Robinson, che ci sbatte in faccia senza mezze misure urla mefistofeliche e declamazioni luciferine.
“A Resting Place For Strangers” è il risultato di tre giorni di registrazioni che paiono eseguite dentro un girone dantesco, con in cabina di regia Giulio Ragno Favero.
Sangue e rabbia sgorgano ovunque, un’apocalisse in musica debitrice di tutta l’estetica Dischord e Touch & Go, un lavoro che richiama i migliori movimenti tellurici di Washington D.C., ma è frutto assolutamente autoctono, di musicisti italiani mai abbastanza celebrati.
Un esordio crudo e iper-compatto, che ha l’ulteriore merito di farci recuperare vecchie cose firmate Jesus Lizard e Uzeda, un arrembaggio sonico denso di visioni allucinate.
L’opportuno ed elettrizzante pit stop prima che ognuno dei protagonisti riparta con le rispettive band “principali”.
03/01/2016