A ogni modo, in queste due tracce "spunta fuori" il Burial più desolato. Il misterioso producer della scuderia di Kode9 non fa sconti nemmeno a se stesso. Visti i risultati, il suo stato d'animo di recente deve aver subito un annientamento, qualche colpo profondo. Ovviamente è un'ipotesi, perché nulla trapela all'esterno sul suo conto. Sia l'introduttiva title track, sia la successiva "Beachfires" alimentano un disagio fortissimo, e mettono in luce un climax tanto tetro, quanto estremamente melanconico. È ben presente quindi un continuo "defilarsi dal mondo" messo in scena con la solita ricetta.
Si susseguono una dietro l'altra voci a intermittenza, frattaglie da cinema horror, rumori urbani, conversazioni prese da qualche angolo remoto della sua Londra, e suoni talvolta impossibili da decifrare. In questo schema depressivo, il cui orientamento sonoro giunge a destinazione solo a tratti, spuntano qui e là un orologio a tic tac e poche note al piano che fungono da metronomo e da "melodia" all'insieme. Un insieme comunque nerissimo, da cui traspaiono per l'ennesima volta un immane distacco e la proiezione di un isolamento talvolta eccessiva.
(03/11/2017)