Enrico Falbo

Tranceformer

2017 (Vulpiano)
ambient, avant-rock

Già nei Cielo Di Bagdad, il campano Enrico Falbo debutta solista con i suoi personali "Canti silvani" (2010), una forza della natura in tutti i sensi, generati dal folk della terra, composti in modo drammatico, instabile, ed eseguiti sia febbrilmente che con una sottile e ragionata rielaborazione elettronica. La cassetta che fa da seguito, "Tranceformer", prosegue ed espande gli orizzonti.
Suite di un'ora in sei sezioni di Mike Oldfield-iano afflato, l'opera attacca con note sparse e voci, quasi un'accordatura, che accumula tensione su tensione fino al lancio del ritmo, invisibilmente costruendo uno scenario di tragedia millenaria, un po' sul filone del "Krautrock" dei Faust, un crescendo mai pago di eventi e strati di suono che finisce per diventare danza vorticosa di condanna.

Il secondo movimento, "Trance-Forme", scioglie cotanta enfasi in una ruminazione dei suoi stessi echi, che produce ronzii ultraterreni, proseguendo su un piano appena più metafisico il medesimo senso di disfatta cosmica. Ciò conduce a un ostinato epico marziale delle percussioni ("Praktiri") con canto tribale e accompagnamento acido, ma poi ("Psychostasis") si rallenta in un clima sinistro e rarefatto con una voce di salmodia indiana ad attraversarlo: anche questo è però un intensificando, un accelerando, un crescendo che spinge ai limiti estremi la processione. A questo canto fa seguito il circolo infinito di toni allucinatori del quinto movimento, come un Vangelis sotto stupefacenti; l'evoluzione stavolta è trattenuta, ma comunque coerente, un om alla civiltà cibertronica. Deludente invece il breve finale "Tejas".

Se manca una vera complessità nella partitura, è allora il ritmo, tribale, liturgico, catatonico, e poi riverberato, sdoppiato e filtrato, a fare da collante nella densa traversata che ha anche momenti di vera ipnosi. Un lavoro ambizioso, immersivo come pochi altri sul suolo italico. Peccato per la fisiologica interruzione tra lato A e lato B del nastro, ma c'è anche in streaming. Bonus: "Il giorno del richiamo estatico" (2016), singolo precedente all'album, un gradito completamento. Master di Attilio Novellino.

16/09/2017

Tracklist

  1. Dei divini
  2. Trance-Forme
  3. Prakriti
  4. Psychostasis
  5. Del remoto
  6. Tejas

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