Fergie

Double Dutchess

2017 (Dutchess/Bmg)
urban-pop, pop-rock

L'hanno chiamato molto poco cerimoniosamente "il decennio delle bionde un po' zoccole"; nel momento in cui una debuttante Britney Spears iniziò a smerciare dischi sul finire degli anni Novanta, l'industria discografica americana si mise a elargire lauti contratti per ogni donzella dalla chioma al perossido, creando un trend che è poi durato per tutti gli anni 00. A vari stadi di talento e di successo di pubblico, abbiamo avuto Christina "The Voice" Aguilera (incostante nei suoi repentini trasformismi, ma capace d'infilare singolazzi da paura), l'ex-punkette Gwen Stefani (la migliore in assoluto ai tempi dello sfavillante "L.A.M.B."), Jessica Simpson (trattata come carne da macello, ma famosa abbastanza da aprire le porte anche alla disastrosa carriera di sua sorella Ashlee), Paris Hilton (vabbè), l'atterraggio dell'alieno Lady Gaga (ai tempi la più incisiva del lotto) e tante altre, almeno fino all'arrivo della scalmanata Kesha col successo del suo album di debutto nel 2010 - e temporalmente la possiamo chiudere qui, perché per l'ascesa al successo mondiale della pur biondissima Taylor Swift si possono già trovare altre dinamiche politiche più tipiche di questi anni Dieci. A distanza di almeno un decennio buono, il trend sopracitato appare comunque lampante: donne diverse con sorti diverse ma tutte accomunate da un'industria un po' miope pronta a lanciarle allo stesso modo - "Sei bionda un po' zoccola? Firma qui!".

In tutto questo, il biondo e sboccato volto di Fergie Duhamel è sempre stato ai primi posti delle classifiche per gran parte degli anni 00 grazie alla pervasività dei Black Eyed Peas, ma anche il suo debutto solista "The Dutchess" (2006) le fornì ben cinque singoli in Top 5 in America, con tre di questi piazzati direttamente in vetta.
Quel che ha distinto Fergie da altri prodotti al perossido sono state sicuramente la sua attitudine schietta e stradaiola, e una voce capace di saltare dal rap al country, ma anche uno spaccato di vita passato a battagliare una decennale dipendenza da droghe, con tutto il corollario di situazioni derivate - che sono poi i motivi sul perché "Double Dutchess" arriva dopo ben undici anni di silenzio. Nel mezzo c'è stata pure la nascita di un pargolo, l'unica situazione personale che ha convinto l'autrice a disintossicarsi e trovare il tempo per finire il suo secondo album dopo almeno un lustro di falsi annunci e pezzi sparsi rilasciati con poco successo.

Ripresentarsi dopo così tanto tempo rischia di danneggiare le quotazioni, Fergie lo sa bene, e taglia al sodo includendo due singoli già editi qualche annetto fa. A chi l'accusa di aver perso il treno lei risponde con "L.A. LOVE (la la)", una carnevalata che nel testo ripercorre idealmente tutte le nazioni nelle quali il suo nome viene riconosciuto. A chi invece la considera troppo vecchia, questa smagliante 42enne risponde con "M.I.L.F. $", dando pan per focaccia a tutte le sue giovanissime ma squattrinate concorrenti mentre si sbrodola di latte sulle tette dall'alto di un conto in banca che, grazie al tipo di royalties che riceve, non si prosciugherà mai - eleganza zero insomma, ma quasi 200 milioni di visite al relativo video per una che ha saltato appieno l'esplosione social ci ricordano che, tutto sommato, a perdere tempo su internet non ci stanno solo i millennial....
E dal lato più urban provengono pure l'apertura apocalittica di "Hungry" con Rick Ross, un asciutto pezzo montato su un calzante pattern di pianoforte come "Like It Ain't Nuttin'", e l'ottimo singolo "You Already Know" con Nicki Minaj, momento snello e vivace interpretato con tutti i cambi di registro vocale tipici di Fergie (la versione su album si arricchisce pure di una coda in aria neo-soul).

Ma "Double Dutchess" non sarebbe un disco di Fergie senza i suoi soliti salti stilistici che cavalcano la sottilissima linea tra eclettismo ed effetto pastrocchio. Di sicuro avrebbe potuto evitare le telefonatissime concessioni alle attuali atmosfere tropical-house di "Life Goes On" e "Enchanté (Carine)" dove già piazza il figlioletto Axl ai cori. Per dimostrare di avere ancora una gran voce, invece, Fergie si cimenta su due americanissime ballate in stile pop-rock: "Save It Til Morning", interpretata a registro tondo e possente alla Serj Tankian, e "A Little Work", dove però sul finale di quest'ultima l'effetto zucchero strillato è davvero inevitabile. A questo punto meglio un momento di semplice ma enfatico pop quale "Just Like You".
Ma dall'altro lato il peso di una lunga e variegata carriera alle spalle dà i propri frutti. "Tension" è un ottimo momento di synth-pop semplice e diretto, interpretato con morbida e calibrata sensualità. E se si lasciano da parte le inibizioni, allora sono ben accetti anche i due pezzi finali: "Love Is Blind" è un piacevole momento reggae da fine estate (che poi il connubio tra "reggae" e "blind" vi ricorda qualcosa?). Ma "Love Is Pain" è la ballata rock che Axl Rose e Jon Bon Jovi avrebbero tanto voluto cantare negli anni 90 - su carta un vero porcaio, ma per qualche motivo in bocca a Fergie un pezzo del genere trova la giusta interprete: boriosa e melodrammatica, ma capace di crederci al punto giusto.

"Double Dutchess" arriva tardi e non cambia certo le sorti del pop contemporaneo, né tantomeno mostra qualcosa di nuovo a chi già conosceva la musica di Fergie, ma la maturità di certi pezzi è sicuramente preferibile rispetto al vero pastrocchio che era il suo precedessore. Ci sono popstar con poca voce e talento traballante ma che sanno riciclarsi di volta in volta cucendosi addosso sonorità sempre nuove (la già citata Britney, Selena Gomez), e poi ci sono quelle con voce squillante e grossa personalità ma che non hanno una vera direzione artistica e peccano di poca eleganza (Christina, Jessie J, Demi Lovato). Fergie appartiene innegabilmente alla seconda categoria, a conti fatti ne è tra le principali esponenti nel nuovo millennio. Ma in un panorama dove i talent show e le regole dello streaming hanno appiattito la proposta musicale verso pezzi tutti uguali per facilitare i gusti dell'incostante meme-generation, Fergie la spunta a pelo proprio grazie a quel che non le è mai mancato: la personalità.

27/09/2017

Tracklist

  1. Hungry feat. Rick Ross
  2. Like It Ain't Nuttin'
  3. You Already Know feat. Nicki Minaj
  4. Just Like You
  5. A Little Work
  6. Life Goes On
  7. M.I.L.F. $
  8. Save It Til Morning
  9. Enchanté (Carine) feat. Axl Jack
  10. Tension
  11. L.A. Love (la la) feat. YG
  12. Love Is Blind
  13. Love Is Pain






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