Posh Isolation è una label nata in Danimarca, a Copenaghen, nel 2009. Nel corso degli anni è divenuta un punto di riferimento non solo per l’elettronica nordica ma per tutte quelle musiche “altre” che guardano al futuro. Al pari della berlinese Pan, l’etichetta danese ha presto raggiunto un’importanza globale per quanto riguarda gli ambiti più innovativi e sperimentali della musica elettronica contemporanea.
Gli artisti della sua scuderia fanno parte di quello che è oggi, a tutti gli effetti, un fecondo collettivo artistico fondato sull’amicizia e sulla collaborazione. Tutti loro si muovono con un proprio stile ben riconoscibile, in puro spirito DIY, macinando schegge di elettronica sperimentale, noise, power electronics, post-Idm, drone music, techno-ambient eccetera, senza rimanere mai ingabbiati in rigidi confini di genere ma, al contrario, facendo della contaminazione e dello scambio d’idee il proprio punto di forza.
“I Could Go Anywhere But Again I Go With You” è una nuova compilation targata Posh Isolation che raccoglie ventiquattro brani inediti. È il primo lavoro della label a uscire solo in formato digitale e coinvolge i molti artisti che si sono avvicinati nel corso degli anni al circolo danese fondato da Christian Stadsgaard e Loke Rahbek.
L’opera può ricordare un po’ la compilation pubblicata nel 2017 dalla Pan, “Mono No Aware”, in quanto fuga in avanti verso sonorità hi-tech, post-Idm e ricerche varie in ambito (post)ambient. Si pensi al brano “Power Over Death” realizzato da Oil XL, giovanissimo producer allievo di M.E.S.H. (Oil XL era presente anche con un suo brano in “Mono No Aware”), oppure al contributo degli Age Coin, intitolato “Vasey”, tra derive dub/Idm e clangori post-industriali digitalizzati.
Però il lavoro della Posh Isolation sembra andare oltre: include anche momenti noise/harsh con una magnifica traccia di Puce Mary “I Pray For Deliverance, The Size of My Desires” e non disdegna affatto profonde immersioni drone-music alla Vanity Productions (progetto solista di Christian Stadsgaard). Non mancano nemmeno momenti sospesi tra melanconiche visioni pop e sperimentazioni elettroacustiche, come avviene, ad esempio, nella brillante collaborazione tra Soho Rezanejad & Frederik Valentin in “One Of My Shades”.
Nel cloud pop di Flora, che continua la collaborazione ambient/r&b di Jonas Rönnberg (Varg) e Melina Åkerman Kvie (AnnaMelina), ritroviamo un po’ il mood della Posh Isolation che, anche quando attraversa diversi generi e gioca sulle contaminazioni, mantiene sempre un umore dark, umbratile e melanconico.
Spazzando via ogni retorico e politicizzato richiamo a utopie future collegate a teorie sociologiche alla moda ("accelerazionismo" in primis), e mettendo da parte le visioni distopiche del presente, la strada migliore per approcciare questa raccolta è una terza via che metta in luce il “pathos” del nostro presente interconnesso. Se certa Idm degli anni Novanta (Autechre, μ-Ziq, The Black Dog) cercò di immaginare figurativamente, attraverso la propria musica, l’avvento dell’intelligenza artificiale (l’acronimo Intelligence Dance Music mirava in fondo a questo) in un mondo sempre più globalizzato, oggi siamo proiettati in una dimensione di pura resistenza emozionale e fisica contro la decadenza di un presente mediale fatto di populismo, fake news e click bait. Bisogna ricordare che la critica alla tecnologia e ai suoi sistemi di controllo era, ed è, parte costitutiva della musica industrial e post-industrial. Il tema, però, era quasi assente nell’ottimista Idm degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Oggi, come dimostra anche questa compilation, le cose sono molto più complesse, intrecciate e interconesse, con diverse visioni del futuro e della tecnologia.
Il brano di Varg, presente nella raccolta, è intitolato “ტკივილგამაყუჩებელი” che in georgiano significa “analgesico” e propone una sorta di visione ambient emozionale isolazionista che ha il compito di attenuare il dolore che ci viene vomitato addosso quotidianamente da internet e dai mass media. Il contributo del musicista svedese è anche un omaggio alla giovanissima scena elettronica di Tbilisi, capitale della Georgia, come a riprova del fatto che oggi certe estetiche sono veramente globali e interconnesse, capaci di crescere nei luoghi più impensati. La musica diventa una sorta di farmaco per curarci dall’ansia del presente, una via di fuga e una forma di resistenza senza confini.
Le giovani leve della Posh Isolation usano tecnologie ormai ampiamente diffuse, siano esse analogiche o digitali, con uno spirito di stampo post-punk anche quando si dedicano a sonorità elettroniche. Non bisogna dimenticare che agli inizi la label danese pubblicò il post-punk noise low-fi di band come Iceage, Sexdrome e Lower, per non parlare del power electronics rivisitato (ma ampia era l’influenza di progetti storici come Ramleh) di Damien Dubrovnik e Puce May. Lo spirito del post-punk e della musica industrial rimane ma, in questo caso, la sfida viene portata su sonorità elettroniche differenti.
A dispetto della giovane età degli artisti coinvolti, si sente come abbiano fatto i compiti. Sono tutti cresciuti in un ambiente in cui hanno avuto facile accesso a strumenti e ad archivi sonori che hanno saccheggiato come fossero un’orda vichinga. Riferimenti alle musiche elettroniche degli anni Ottanta, Novanta e dei primi anni Zero fanno capolino qui e là, senza mai sfociare nella nostalgia e nel revival. Si può parlare di una sorta di appropriazione selvaggia, sublimata all’urgenza espressiva, che sfocia in forme elettroniche mutanti, sincere ed emozionali.
Per concludere, è significativo che il titolo del contributo di Vanity Productions, “The Plane Of Immanence”, sia un omaggio al pensiero del filosofo francese Gilles Deleuze che tanta importanza ebbe per molti musicisti elettronici del passato (si pensi alla storica label tedesca Mille Plateaux). Proprio la dimensione del "divenire", di una mobilità e di una natura transitoria che si sposta di continuo tra diversi piani di potere e desiderio definisce delle linee di fuga e dei concatenamenti che hanno come bussola solo le proprie passioni. Per parafrasare il titolo della raccolta: si potrebbe andare ovunque, ma l’importante è scegliere con chi farlo.
12/02/2018