Il fil rouge che unisce i lavori cui Mills ha lavorato come produttore, in verità stilisticamente tutti molto distanti tra loro, è da ricercare nell'alta carica emotiva di queste opere. Tutte caratterizzate da una sensibilità dilagante, sottile quanto basta per infiltrarsi tra i sentimenti di chi li ascolta e prenderne il controllo.
L'ascolto di "Mutable Set" suggerisce immediatamente le stelle polari di Blake Mills. Anche queste piuttosto variegate nei suoni navigati, anche queste unite da delicatezza e profondità dei sentimenti espressi. Le chitarre di "Mutable Set" sono accarezzate come faceva Nick Drake al chiar di luna rosa ("Never Forever", "May Later"), il tono basso e vellutato con cui Blake quasi sussurra le sue liriche vivide e sincere ricorda le confessioni di "World Of Echo", mentre le prelibate sofisticazioni strumentali in cui si incamminano i brani più lunghi ci bisbigliano il nome di Mark Hollis e i tardi Talk Talk.
L'insistente mantra jazzy dai piedi felpati "Money Is The One True God" e la splendida e struggente "Vanishing Twin" (scritta insieme a Cass McCombs, altro assistito illustre di Mills), con quel finale con la chitarra elettrica che striscia morente tra i volteggi modern classical degli archi, non possono che ricordare la ricchezza e la soavità impressionista dei paesaggi di "Spirit Of Eden". Quelle profondità e minuzie che rivelano nuove ombre e sfumature ad ogni ascolto.
È della stessa pasta la strumentale "Mirror Box", con la chitarra acustica che reitera pensosa un pugno di note, poche ma ficcanti, tra le melanconiche lusinghe dei fiati.
Carezzato con decisione, ma mai pestato, il pianoforte è il compagno di viaggio della voce nei momenti più scarni del disco. Come "Summer All Over" e "My Dear One", cantati al tramonto sul finire dell'estate e dei suoi sogni. Le partiture statiche e pigre di "Window Facing A Window" fanno risuonare invece le dissonanze della vita moderna, tema portante del disco, negli spazi vuoti di una casa popolata soltanto alla sera. Logorata dalla routine come i suoi abitanti. L'aria è densa, la raffinatezza palpabile. Un altro nome che viene in mente è quello di John Martyn.
Quando Blake Mills non presta i suoi servigi alla star assistita di turno, la sua creatività si libera di esigenze e codici espressivi e vola alto, offrendo un modello affascinante e dolente di pop d'avanguardia. Attento ai sentimenti quanto alle contingenze esterne, all'io e alla società. Ad oggi sua prova più compiuta, "Mutable Set" si distanzia dagli esperimenti per chitarra dei vecchi dischi e accende le luci della ribalta su di un artista già osannato come produttore, ma ancora terribilmente sottovalutato in proprio.
(20/05/2020)