I've been alone in my thoughts
Can't fill this void between us
I cannot stand losin' you
A distanza di pochi mesi da "Certified Lover Boy", arriva il settimo album di studio della superpotenza del rap canadese Drake, intitolata "Honestly, Nevermind". Linee vocali pervase di sensuale complicità, come e più di sempre, sono questa volta più cantate e molto meno rappate ma, soprattutto, spalmate su un amalgama di soffusa house con spunti afro e slanci erotici assortiti. Come per Beyoncé, quindi, anche per Drake è l'anno del dancefloor e della nostalgia da discoteca: che sia l'onda lunga dei lockdown a instillare questo desiderio di ritornare in territori smaccatamente ballabili?
Sia come sia, alla partenza soffusa con "Falling Back" segue una più vivace "Texts Go Green", ma è con i rumori di letto cigolante di "Currents", un'ammiccante confessione sulle difficoltà di una relazione in versione di house ectoplasmatica, che la tipica spocchia del musicista canadese è mostrata apertamente.
A seguire, altre malinconie house per testi piacioni, come "A Keeper" e "Calling My Name" (che contiene perle poetiche come "Your pussy is calling my name") e "Sticky" (altre micie e per di più bagnate nel testo, ovviamente).
Più che i testi, che stancano presto nel loro tormento emotivo ormai risaputo, e le evoluzioni vocali, che sono raramente sorprendenti, spicca così qualche variazione stilistica: la colorata piano-deep-house di "Massive" (prodotta da Gordo, Klahr e Zastenker), l'aura tribale e l'intensità soul di "Down Hill" (prodotta da 40), la chitarra acustica scintillante di "Tie That Binds" (prodotta da Gordo, Vlado e Ginton).
Decisamente meno sfarzoso del suo predecessore, "Honestly, Nevermind" ha ridotto gli ospiti al solo 21 Savage in "Jimmy Cooks", unico brano trap di un album house in cui il cantato, mai così predominante, di Drake è un protagonista a volte invadente, impegnato peraltro a snocciolare testi ammiccanti ma anche ripetitivi e banali.
Il lavoro di produzione funge da contrappeso in alcuni brani, ma non basta a far fluire l'intero ascolto senza qualche fatica. La carriera di Drake riscuote ancora un grande successo commerciale ma creativamente è da tempo arenata, con la critica internazionale intiepidita che questa volta sembra più favorevole. La speranza è che questo sia un punto di partenza per una nuova fase della carriera; un abbrivio non esattamente entusiasmante ma che riporta un po' d'interesse per chi segue questi suoni. Per tutti gli altri, vale il consiglio del titolo: honestly, nevermind.
02/09/2022