Pochi mesi fa, esattamente il 18 aprile 2022, ci ha lasciato uno dei più grandi e influenti artisti e filosofi contemporanei. Hermann Nitsch, tra i principali esponenti dell’azionismo austriaco, rappresenta forse come pochissimi altri un’idea di arte totale del 900 dove filosofia, arte visiva e musica si fondono in una formula potente, visionaria e provocatoria che nel suo estremismo cerca di liberare l'umanità dagli infiniti condizionamenti religiosi e moralistici che la società e la tradizione ci impongono sin dalla più tenera età.
Il sangue, che diventa il soggetto principale delle sue opere performative, in particolare il “Teatro delle Orge e dei Misteri”, è quindi il simbolo del proprio io autentico, svincolato da ogni condizionamento esterno, origine della vita che mette in comune ogni essere vivente l’uno all’altro e che, se da una parte avvicina gli uomini tra loro in una sorta di grande panteismo, dall’altro sottolinea la tragicità assoluta dell'esistenza. Nitsch è stato anche un grande compositore, recentemente esibitosi a Bologna, autore di innumerevoli composizioni che saranno destinate a essere riproposte negli anni a venire.
E’ quindi un grande merito della Radio Symphony Orchestra di Vienna e del direttore Michael Mautner la recente registrazione della Weinviertel Sinfonie, opera d'avanguardia estrema tra minimalismo e massimalismo. Ci troviamo di fronte a una grande Sinfonia di circa 70 minuti divisa in sei parti (“Satz”, nome che a tanti farà venire in mente "Irrlicht" di Klaus Schulze), suonata con 27 archi, in cui Mautner accentua al massimo gli aspetti massimali e violenti della musica di Nitsch, avvicinando l’ascolto a quello di una Sinfonia di Glenn Branca.
Se buona parte dell’opera è tipicamente massimale, durante l’ascolto emergono composizioni più legate all'avanguardia di Ligeti (la fine della prima parte), vaghi cenni destrutturati di composizioni tradizionali (la quinta parte) sino a un finale quasi estatico wagneriano che, in un certo senso, corona l'obiettivo dell’arte di Nitsch. Una violenza che porta alla consapevolezza del proprio ruolo nel mondo e, infine, a una catartica accettazione di far parte di un unico grande tutto che ha nel sangue il suo comune denominatore.
14/09/2022