recensioni / 2022

Nero Kane

Of Knowledge And Revelation

2022 (Subsound)

dark-folk, gothic

di Valerio D'Onofrio

7.5

Terzo album in studio del progetto gothic/dark folk del duo formato da Marco “Nero Kane” Mezzadri e da Samantha Stella, il primo chitarrista e voce, la seconda voce, pianista, regista e performer. E' proprio Stella l'autrice dei video che accompagnano le pubblicazioni a nome Nero Kane, dove agli scenari tipicamente gothic di grande fascino si coniugano tratti psych-folk. Il terzo album, “Of Knowledge And Revelation”, scandaglia a fondo la poetica dark-folk, la sua fascinazione per l’oscurità e per la morte, quella sensazione fortissima e tipicamente gotica che la vita sia solo una breve parentesi tra due nulla assoluti che ci attraggono continuamente, come si evince dai video che dovrebbero essere parte integrante dell’ascolto.

La base delle idee di Marco Mezzadri sta nella totale assenza di percussioni e nelle lente e dilatate atmosfere che - da questo punto di vista - vanno persino oltre il consueto dark-folk. Mezzadri e Stella potrebbero sembrare per certi versi i Michael Gira/Jarboe italiani nei loro lavori di folk apocalittico, slegati da ogni legame post-punk e no wave, ma in vari momenti possono persino ricordare il post-rock nerissimo dei Labradford (“The Vale Of Rest”), con una voce che diventa mero sospiro nelle tenebre.
La musica si fa lenta e macabra, la voce di Samantha Stella con un sottofondo di synth (“Burn The Faith”) non sfigura di fronte alle grandi sacerdotesse del genere, dalla storica madrina del gotich Nico alla recente musa nera Darkher.

Gli arpeggi aumentano in velocità in “The End, The Beginning, The Eternal”, quasi a diventare una ballata sad-folk di Matt Elliott. Sintesi perfetta delle idee del duo sono però le tracce che aprono e chiudono l'album. L'iniziale “Lady Of Sorrow”, sorta di dedica alla morte recitata in un cimitero in attesa della proprio definitivo addio, dove la voce di Stella si unisce a quella di Mezzadri in pieno stile Gira/Jarboe.
Chiude “Sola Gratia”, che inizia con un organo per poi finire sommersa da distorsioni di chitarra, come una preghiera gotica recitata nelle catacombe.