La campagna promozionale che ha scandito l'avvicinamento a "Relax", ritorno discografico dopo cinque anni di assenza, è stata spiazzante e originale. Tanto per iniziare, un tour nei palazzetti annunciato da diversi mesi, quando si poteva soltanto presumere l'esistenza di nuove canzoni: ma nessuno dai tempi di "Evergreen" si era dimenticato di "orsacchiotto" Calcutta e le date sono andate sold out in un attimo. Del resto Edoardo non era certo scomparso, semmai aveva preferito fare un passo indietro, muoversi dietro le quinte, centellinando collaborazioni e dedicandosi alla scrittura conto terzi, firmando - fra le altre cose - il tormentone estivo di Elisa "Litoranea" e la proposta sanremese che ha lanciato Ariete lo scorso febbraio, "Mare di guai". In epoca di singoli a valanga, Calcutta diffonde "Relax" tutto d'un fiato, integralmente, evitando di farlo a fettine, annunciandolo con un anticipo di soli dieci giorni, concedendo ai fan (ma solo 24 ore prima) giusto i testi sussurrati da una ragazza ripresa in un video ASMR diffuso su YouTube. Il weekend precedente l'arrivo di "Relax", Calcutta strimpella insieme alla sua band dentro un'installazione allestita a Roma da Nico Vascellari, mentre un'altra installazione posta a Milano in uno dei palazzi affacciati sulla Darsena, con lenzuoli a ornamento dei balconi, funge da megafono all'invito del sindaco meneghino per una città "più lenta" e rilassata. Una performance live sul tetto della sede romana della Rai di via Asiago, ispirata ai Beatles di "Let It Be", chiude il mini-corso di marketing che con tutta probabilità farà proseliti. Ma il disco, alla fine, com’è?
No, non voglio restare più in mezzo alla genteChi si aspettava da un personaggio poco allineato come Calcutta un album "strano" resterà parzialmente deluso, trovando pane per i propri denti giusto nella particolare soluzione adottata per "Coro", il brano di apertura, costruito soltanto con vocalizzi, senza l'apporto di strumenti, rielaborando un coro di alpini (o il folklore appenninico, fate voi) con linee che magicamente si distendono per evocare gli arrangiamenti tipici del primo Battisti (occhio al momento in cui urla "Piango un po'"): un prodigio non proprio semplicissimo da realizzare. Ecco, Lucio Battisti, è lui la più grande fonte d'ispirazione nel processo compositivo che ha condotto alle dieci canzoni di "Relax" (più un intermezzo strumentale che divide in maniera chirurgica la scaletta in due). Si tratta del Battisti della seconda metà degli anni Settanta, quello intenzionato a giocare con l'elettronica: ascoltare per credere alcuni suoni che corredano "Giro con te", non troppo distanti da quelli che hanno consegnato "Sì viaggiare" all'immortalità. Un altro riferimento intercettabile è Dario Brunori, con il quale Edoardo è legato da un rapporto di stima e affetto: una traccia come "Tutti", un'ode ai fallimenti della Generazione Z, sarebbe potuta uscire tranquillamente dalla penna del cantautore calabrese.
Né in un piccolo ambiente
...e poi hanno arrestato il mondo
(da "Preoccuparmi")
Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fangoC'è molto synth-pop dentro "Relax", e i brani che per primi centrano il bersaglio sono quelli più ritmati, dal taglio che non esiterei a definire disco-funk, "Controtempo" e "Loneliness", frangenti ballabili resi con quel filo di malinconia che non abbandona mai la scrittura di Calcutta. Ci sono anche i pezzi "suonati", nel senso analogico del termine, come "SSD", arricchita con chitarre dal timbro decisamente eighties.
Forse i leghisti in riva al Po non hanno più un capobranco
Fuori la rivoluzione ed io mi vesto di bianco
(da "Tutti")
Parlerò comunque, parlerò un minutoImbranato, sgualcito, sincero. Giunto al quarto album, Edoardo mostra uno stile sempre riconoscibile, distinguibile in maniera inequivocabile: un risultato apprezzabile, che lo pone in una posizione privilegiata rispetto al resto dei protagonisti della scena it-pop, nei confronti dei quali un disco come "Relax" non può che creare una voragine, un distacco netto e incolmabile. Non è ancora la sua opera definitiva, il suo manifesto, ma ci si sta avvicinando, a piccoli passi, uscendo dalla timidezza degli esordi per impostare una ricerca sulle parole e sui suoni sempre più adulta. Imitarlo diventerà ancor più complesso per tutti coloro che si sono posti in scia, senza riuscire mai ad avvicinarne il livello di successo e l'immensa adorazione dei fan.
Con mia madre in Lsd, anche se non è qui
E sembra di non esserci...
(da "SSD")
La mia vita teppista, lo sai mi manca un po'
Sui divani degli altri, dormire un po' a testa in giù
Sembriamo tutti più soli qui a nord
(da "Loneliness")
24/10/2023