Four Tet - Three

2024 (Text)
downtempo, idm, folktronica, microhouse

A chi non avesse mai sentito nulla di Four Tet, certamente non consiglierei di partire da "Three" - che, a scanso di equivoci, non è il suo terzo studio album bensì il dodicesimo. A chi apprezzasse l'artista e il suo variegato percorso, però, ne suggerirei senza dubbio l'ascolto. Anche nel caso in cui per un po' non avesse seguito le pubblicazioni di Kieran Hebden aka Four Tet: "Three", infatti, è insieme un ritorno alle origini e una sintesi delle molteplici trasformazioni successive della sua musica.

I beat regolari dell'iniziale "Loved", solo sottilmente spezzati e dal feel jazzato, sono un richiamo al sound della pietra miliare "Rounds" che non mancherà di soddisfare i fan della prim'ora, ma già la successiva "Gliding Through Everything" propone un balzo avanti, con torrenti di suonicchi digitali e una coda ambientale con elementi chitarristici imprevisti. Un loop di chitarra arpeggiata ed echeggiante è alla base anche dell'atmosfera speranzosa di "Skater", forse la traccia più indie-sounding mai incisa da Hebden (con un adazzo sognante e post-rock che non spiacerà agli amanti di Port-Royal o God Is An Astronaut). Il lato più dance dell'artista emerge bene invece in "Daydream Repeat", che combina colate rumoreggianti a uno spumeggiante piglio tech-house, condito dei brillanti plinplinplìn sintetici divenuti familiari da "There Is Love In You" in poi.

Luce, colori, ticchettii e beat briosi sono da sempre un ingrediente essenziale della musica di Four Tet, come lo è la dimensione introspettiva di questo sound estatico. Nei brani di "Three", tuttavia, queste due componenti si combinano con una varietà - di tessiture ma anche di sensazioni - che da tempo non si trovava nei dischi dell'artista. "So Blue" esplora una direzione particolarmente tenue e rallentata, con sample vocali trasfigurati che richiamano, in chiave notevolmente più radiosa, le collaborazioni con l'amico Burial.
Successivamente alla pubblicazione dell'album, l'uscita è stata integrata con quattro tracce aggiuntive: l'accoppiata "Mango Feedback" e "Watersynth", uscita come singolo e rispettivo B-side nel 2022, e i due inediti "I'll Miss The System Here" e "Scythe Master", entrambi sopra i sette minuti. Anche qui l'orizzonte è policromo: "I'll Miss The System Here" e "Watersynth" approfondiscono in senso beatless il lato più ambient dello spettro di Hebden, mentre "Scythe Master" cavalca nuovamente luminosi crescendo electro/post-rock. "Mango Feedback" spinge invece notevolmente sul fianco dance-oriented, dando seguito alle elaborazioni future garage che da tempo sono il pilastro dei live di Four Tet.

Non sarà l'album che scriverà il nome di Four Tet nella storia della musica elettronica (d'altronde, dovrebbe già figurare in svariati capitoli indipendentemente da quest'uscita), ma senz'altro è il suo lavoro più completo. Uno splendido bigino di hebdenismo che non guadagnerà un singolo fan all'artista britannico, ma senz'altro farà la felicità di tutti o quasi i numerosi proseliti accumulati negli anni.

27/07/2024

Tracklist

  1. Loved
  2. Gliding Through Everything
  3. Storm Crystals
  4. Daydream Repeat
  5. Skater
  6. 31 Bloom
  7. So Blue
  8. Three Drums

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