James Jonathan Clancy è uno dei protagonisti della scena underground italiana con vari progetti musicali, in particolare Settlefish, A Classic Education e His Clancyness, e l’attività culturale con la sua Maple Death Records. Dopo oltre vent’anni anni di impegno artistico, Clancy pubblica il primo album a proprio nome, accompagnato dal bellissimo artwork di Michelangelo Setola, fumettista della casa editrice bolognese Canicola al quale “Sprecato” è legato a doppio filo, vista la precedente uscita dell’albo a fumetti “Sprecati” (Canicola, 2020) e la condivisione del palco con i live painting realizzati da entrambi.
I due artisti condividono un immaginario urbano alienato e fosco, dove i tratti pastosi del disegno prendono vita dai timbri della musica di Clancy. “Sprecato” è infatti un’opera introspettiva, densa e ricca di sfumature, che sembra essere maturata nel tempo attraverso la voce, all’insegna dell’eclettismo cantautoriale onirico di Scott Walker.
L’album tratteggia un folk visionario e misterioso (“Milk Of Dreams”, “Had It All”), con melodie cristalline in cui fioriscono drones (“Castle Night”) e si libera un’intimità ambient (“I Want You”). Ed è fatto non solo di pelle, ma anche di ossa: di un’elettronica lo-fi minimale (“To Be Me”) che espelle schegge jazz no wave (“A Warship Deal”) e apre a fraseggi Americana (“Precipe”), che a loro volta si sciolgono in texture darkwave (“Fortunate”).
Artefici di questo viaggio sono Clancy e il suo ensemble, formato da Dominique Vaccaro (J.H. Guraj), Andrea De Franco (Fera) e Kyle Knapp (Cindy Lee, Deliluh), oltre a un nutrito gruppo di collaboratori di aria avanguardista: Stefano Pilia (Afterhours, Massimo Volume, Zu) in veste anche di co-produttore, Andrea Belfi (Il Sogno del Marinaio), Enrico Gabrielli (19’40”, PJ Harvey, Calibro 35) e Francesca Bono (Bono / Burattini, Ofeliadorme).
Chiude l’album “Immense Immense Wild”, che suona come un omaggio a Mark Lanegan nella sua ultima collaborazione con Not Waving per “Downwelling” (Ecstatic, 2019).
È bello vedere che – come in Canada, il paese di origine di Clancy – l’iniziativa artistica è stato resa possibile da un contributo pubblico, in questo caso un progetto di Arci Emilia-Romagna, sostenuto dalla Regione, area da sempre, e tutt’oggi, feconda di talenti e realtà culturali. Offre anche a noi la possibilità di godere dei frutti di una voce così personale attraverso un’opera (prima davvero?) vibrante ed emozionante.
10/02/2024