Post Malone

F-1 Trillion

2024 (Mercury)
contemporary country

La musica country è a livelli di popolarità più alta che mai: la scena americana post-pandemia è dominata da Morgan Wallen, Luke Combs, Zach Bryan e Chris Stapleton (c'è poi Taylor Swift, che pur essendo ormai una popstar a tutto tondo, viene dal circuito del country più commerciale): pochi stanno riuscendo a infiltrare il loro monopolio.
Non stupisce quindi che si stiano convertendo alla causa anche musicisti che a questo universo sono finora rimasti del tutto estranei, come Beyoncé qualche mese fa e Post Malone ora, con questo "F-1 Trillion". Il loro è un percorso speculare a quello di Swift: laddove lei per allargare il proprio pubblico passò dal country al pop, loro allo stesso scopo fanno il contrario.
Certo fa sorridere la differenza con cui i giornalisti angloamericani hanno accolto i due progetti: Beyoncé ha ottenuto recensioni entusiastiche ovunque, mentre Post Malone appena una manciata di riscontri discreti, oltre a qualche stroncatura e all'accusa a mezza bocca di essersi appropriato di una cultura che non gli appartiene.

Neanche a dirlo, a causa dell'ideologia woke che ormai domina la critica locale, Beyoncé è uscita del tutto indenne dall'accusa in questione. Ovviamente questa non vuole essere una tirata contro l'agenda progressista, semmai contro le sue frange estremiste che vorrebbero piegare l'arte in una serie di regole segregative, ma la parte opposta, ossia l'alt right, rimane molto più preoccupante: vieppiù se si deve discutere la musica country, che ne è stata recentemente infiltrata, benché in maniera marginale (una manciata di cantanti di settore ha pubblicato brani apertamente complottisti e strizzanti l'occhiolino all'estrema destra negli ultimi anni).
Non a caso, l'attuale campagna elettorale del Democratic Party sta cercando in tutti i modi di cooptare il pubblico country, che nel caso riuscisse a venire smosso potrebbe spostare gli equilibri negli stati in bilico.

Non è dato sapere se in futuro Post Malone finirà con lo schierarsi da una delle due parti della barricata: il disco in questione contiene molte collaborazioni con artisti che pendono apertamente per i democratici (Tim McGraw, Brad Paisley, Sierra Ferrell, Billy Strings) o che magari pur non essendosi schierati promulgano valori progressisti (Dolly Parton, il già citato Stapleton), ma c'è spazio anche per un repubblicano accanito come Hank Williams Jr., oltre che per un videoclip, quello di "Pour Me A Drink", che si rifà all'immaginario bro-country, specifica sottocorrente dai tratti piuttosto conservatori. Non è comunque da escludere che l'artista preferirà non prendere posizione, in modo da mantenere il proprio pubblico il più ampio possibile.
Come mai una così lunga digressione politica per recensire un disco country? Perché la musica country è più che mai lo specchio del ventre degli Stati Uniti e ne rappresenta tutte le contraddizioni, in ogni piano interpretativo possibile.

Ciò specificato, l'album non è affatto male: sono canzoni a presa rapida, dai toni estivi, e gli manca sicuramente la profondità autoriale dei grandi dischi di settore attuali, ma è anche vero che per essere un disco contemporary country, pensato per la vetta delle classifiche e per le radio, concede più spazio agli strumenti tradizionali di quanto solitamente non facciano le produzioni del genere: banjo, chitarra resofonica, chitarra steel e fiddle fanno tutti la loro comparsa a più riprese.
Nell'era del bro-country, che forse sta finalmente tramontando dopo un dominio lungo e assordante, era una fortuna trovare anche solo uno degli strumenti in questione e quando apparivano erano comunque di contorno: risultava quindi naturale temere che, venendo dal mondo della musica pop, Post Malone si sarebbe mosso proprio su quei binari, cosa che ha invece evitato e gliene va dato atto.

Una manciata di canzoni meritano una citazione: la solenne marcia di "Wrong" (con McGraw), la malinconica "What Don't Belong Me" (senza featuring), la robusta cavalcata outlaw "California Sober" (con Stapleton), il frenetico bluegrass "M-E-X-I-C-O" (con Strings, che oltre alla caratteristica voce acuta e nasale, mette in mostra le sue fenomenali doti di chitarrista).
Non tutto fila liscio, come in "I Had Some Help", il duetto con Wallen che ha raggiunto il numero 1 negli Stati Uniti e si risolve in un brano pop dove di country c'è il vestiario nel video o poco più, oppure in "Have The Heart", con una Parton ormai macchiettistica, ma sono peccati perdonabili visto che la scaletta conta diciotto brani (ventisette nella versione espansa, intitolata "Long Bed").
Certo, alla fine della fiera, quando si controlla il libretto e si vedono sei, sette, anche otto autori per ogni canzone, viene da chiedersi quanto ci sia di sentito e quanto si tratti di una semplice catena di montaggio. Ma per essere un prodotto da questo punto di vista equiparabile al panino di un fast food, è sicuramente un panino saporito.

02/09/2024

Tracklist

1-18: album standard;
19-27: tracce bonus dell'edizione "Long Bed"
  1. Wrong Ones (Ft. Tim McGraw)
  2. Finer Things (Ft. Hank Williams Jr.)
  3. I Had Some Help (Ft. Morgan Wallen)
  4. Pour Me A Drink (Ft. Blake Shelton)
  5. Have The Heart (Ft. Dolly Parton)
  6. What Don't Belong To Me
  7. Goes Without Saying (Ft. Brad Paisley)
  8. Guy For That (Ft. Luke Combs)
  9. Nosedive (Ft. Lainey Wilson)
  10. Losers (Ft. Jelly Roll)
  11. Devil I've Been (Ft. Ernest)
  12. Never Love You Again (Ft. Sierra Ferrell)
  13. Missin’ You Like This (Ft. Luke Combs)
  14. California Sober (Ft. Chris Stapleton)
  15. Hide My Gun (Ft. Hardy)
  16. Right About You
  17. M-E-X-I-C-O (Ft. Billy Strings)
  18. Yours
  19. Fallin' In Love
  20. Dead At The Honky Tonk
  21. Killed A Man
  22. Ain't How It Ends
  23. Hey Mercedes
  24. Go To Hell
  25. Two Hearts
  26. Who Needs You
  27. Back To Texas




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