Synth-pop, new wave, folk, post-punk, alt-rock, jazz, country, elettronica: la musica di Matt Johnson è tutto e il contrario di tutto. Un artista, ma soprattutto un inafferrabile fustigatore di costumi e cliché creativi.
Sotto il nome di The The, band mutevole e spesso fittizia, Johnson ha ideato nuove sonorità dall'indefinibile genesi strumentale, ha corroso l'arte del songwriting rileggendo Hank Williams e detronizzando Tom Waits dal podio di artista più sfuggente e imprevedibile del creato.
Matt Johnson è un genio delle sette note che non ambisce a essere riconosciuto come tale, un artista che non ha paura di sfiorare il grottesco e il superfluo, proseguendo nella mai apprezzata ossessione per i disegni del fratello Andrew (aka Andy Dog), o citando, senza pudore, le linee di basso e il suono cristallino delle chitarre di "The House Of Rising Sun" degli Animals per la toccante ballata "Some Days I Drink My Coffee By The Grave Of William Blake", ispirata dalle costanti visite di Matt sulla tomba dello scrittore, pittore e poeta inglese.
A rimarcare la visione senza confini del suono di The The ci pensa subito la notevole "Cognitive Dissident", un brano avvincente e ricco di suspense, quasi un thriller postmoderno, che con similari e più inquietanti contorni agita l'altrettanto splendida "Linoleum Smooth To The Stockinged Foot": due brani che evidenziano l'abilità del musicista britannico nel vestire ognuna delle sue canzoni di una forza visiva quasi cinematografica, dopotutto "Infected" era un'opera multimediale ante litteram.
Dopo anni di colonne sonore e un non proprio memorabile "Naked Self", "Ensoulment" è comunque il primo album di Matt Johnson che riprende il discorso interrotto dopo "Dusk" e in parte ne riafferra anche estetica e sordidi languori. Il suono tonante della voce di Johnson e la notevole caratura strumentale degli arrangiamenti distingue il progetto da molta produzione contemporanea, solo l'ultimo album di John Cale possiede egual magia. Il groove trip-hop della corrosiva "Kissing The Ring Of Potus" e la densa malinconia della pagina più poetica del disco, "Where Do We Go When We Die?", dedicata al padre recentemente scomparso, sono in tal senso esemplari e complementari.
Poco importa che il costante midtempo delle tracce non offra la vivacità estemporanea degli esordi, ma l'elegante bossa nova in modalità art-pop di "Life After Life" e le oscure e possenti vibrazioni di "Zen & The Art Of Dating" viaggiano su coordinate notturne a metà strada tra i Morphine e i Tindersticks, sensazione che si rinnova nella pur bislacca "Risin' Above The Need".
Non sia fuorviante l'apparente compattezza delle dodici tracce: l'unica costante di "Ensoulment" è l'ispirazione, quella che prende per mano le semplici note di piano di "I Want To Wake Up With You" e le contaminazioni jazz e blues della tipica ballata da crooner "Down By The Frozen River", per trascinarle in un'immaginaria scena di un film noir, fino a renderle entrambi auliche e irreali.
Dopo aver risvegliato il fantasma di Hank Williams nel delizioso honky-tonky di "I Hope You Remember (The Things I Can't Forget)", Matt sfodera l'ennesimo capolavoro pop-rock fuori dagli schemi in "A Rainy Day In May", una canzone tanto amabile quanto ricca di oscuri presagi, un'altra esternazione di quel detto-nondetto che da sempre rende unica la musica di The The.
08/09/2024