Traum

Traum

2024 (Subsound)
psych, kraut

Era tanto tempo che non mi capitava di ascoltare una band italiana all'esordio (in questo caso, un supergruppo) così sorprendente come i Traum. Formati da musicisti di primissimo piano come Luca Ciffo (Il Lungo Addio, Fuzz Orchestra), Luca T. Mai (ZU), Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra) e Lorenzo Stecconi (Lento), i Traum esordiscono quest'anno con un Lp che ci catapulta in pieno nelle migliori sonorità psych-kraut con qualche incursione in decenni più recenti, rivitalizzando tutta la scena rock italiana con influenze mai recepite sino in fondo nel nostro paese.

Non può quindi che entusiasmare "Kali Yuga", un'immersione nel mondo dei Faust con ripetizioni ossessione in stile Neu! che evolve sino a un finale con un lungo assolo di chitarra lisergico estremamente avvolgente. "Vimana" aumenta il tasso lisergico con suoni orientali ancora imbevuti di kraut, muovendosi tra Popol Vuh, Grateful Dead, Kaleidoscope e Pink Floyd. La trance psichedelica non è però solo evocabile con i classici assoli di chitarra, ma anche con scenari avanguardistici ed è quello che fanno i quasi dieci minuti di "Katabasis", con synth e chitarra a incrociarsi, come se i Cluster suonassero con Syd Barrett.

Una delle anime del kraut è quella dei Kraftwerk e i Traum sembrano evocarli (almeno in parte) con il loro singolo "Inner Space". In parte perché i riferimenti sono tanti e tutti nobili: da John Carpenter ai Goblin sino ai sempiterni Neu! e andando avanti nel tempo sicuramente anche ai Mogwai. La prima parte dell'album si chiude così, con un comune denominatore legato in prevalenza alla musica cosmica tedesca.

La seconda parte cambia registro avvicinandosi a una musica elettronica più contemporanea. Da "Antarctic Dawn", tre minuti ambient con un ritmo appena accennato, a "Infraterrestrial Dub", dove l'aspetto dub diventa preponderante con qualche inflessione jazz, sino a "Erwachen", che parte lentamente con bordoni di synth e lunghissime note di chitarra sino all'ingresso imperioso di un sax che ci rimanda ai mondi oscuri e nostalgici dei The Lovecraft Sextet o dei Dale Cooper Quartet And The Dictaphones. Chiude "Eterno ritorno", appena due minuti onirici che terminano con un breve parlato di uno dei numi tutelari dell'arte italiana, Pier Paolo Pasolini.

Esordio davvero da consigliare a tutti, una delle proposte più interessanti dell'anno e di sicuro uno dei dischi del 2024.

06/06/2024

Tracklist

  1. Kali Yuga
  2. Vimana
  3. Katabasis
  4. Inner Space
  5. Antarctic Dawn
  6. Infraterrestrial Dub
  7. Erwachen
  8. Eterno ritorno