Counting Crows - Butter Miracle, The Complete Sweets!

2025 (BMG)
roots-rock

Dopo l’eccellente esordio folk-rock del 1993, i Counting Crows, con “Recovering The Satellites” e il sottovalutato “This Desert Life”, hanno progressivamente virato verso un rock più elettrico, mantenendo comunque inalterata quella vena poetica, melanconica e romantica che ha rappresentato da sempre la cifra stilistica di Adam Duritz, voce e anima della band californiana.
Sebbene fresco, orecchiabile ed ottimamente prodotto, “Hard Candy” - uscito nel 2002 per la fedele Geffen, abbandonata solo in tempi recenti - ha rappresentato il disco del cambiamento per i Counting Crows, quello che ha sancito l’inizio della loro “mezza età” e di una produzione artistica più spigliata e scanzonata rispetto al passato. Da allora, anno dopo anno, i Crows si sono appiattiti, assumendo le sembianze di una esperta band revival di roots-rock, orfana dell’energia del Duritz degli anni Novanta e di un afflato poetico quasi del tutto assopito, sebbene spesso celato dietro l'abilità e l’esperienza dei propri membri.

Non inverte la rotta neppure l’ultimo “Butter Miracle, The Complete Sweets!” - seconda parte di un Ep uscito ben quattro anni fa - che in bilico tra The Band e il Bob Dylan più elettrico, suona come un almanacco del rock americano seminale e radicale, ma senza nulla di particolarmente importante da raccontare. D’altro canto, oggi i Counting Crows questi sono: artigiani del rock, delle chitarre sporche, dei tasti del pianoforte che percuotono e rallentano, dell’hammond che riempie l’aria (si ascolti, ad esempio, “Virginia Through The Rain”), dei cori che sorreggono un ritornello da cantare con un filo di malinconia (come nella beatlesiana “Under the Aurora”).

La questione, allora, è capire se nel 2025 tutto questo serva, se sia davvero necessario pubblicare un disco che non suona neppure come una derivazione o una rielaborazione, ma come la nostalgica imitazione di un'epoca andata. Infatti, al di là di alcuni elementi distintivi e facilmente riconoscibili - la voce di Adam Duritz su tutti - la musica dei Counting Crows suona ormai come il rock di mezzo secolo fa, ma senza quell’urgenza, quel sentimento e quella poesia che all’inizio della loro carriera - in piena ondata grunge - rendeva l’anacronismo e il ricorso alla tradizione una modalità d’espressione, fuori moda, quindi insolita e per questo motivo rispettabile, quasi bohémien. All’alba dei sessant’anni, invece, duole ammetterlo, Duritz e suoi ragazzi rimangono una grande band senza più niente da raccontare.

22/05/2025

Tracklist

Sweet Tooth

  1. With love, From A-Z
  2. Spaceman in Tulsa
  3. Boxcars
  4. Virginia Through The Rain
  5. Under The Aurora

Suite One

  1. The Tall Grass
  2. Elevator Boots
  3. Angel Of 14th Street
  4. Bobby And The Rat-Kings

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