Mai inquadrato tout court nel ruolo di cantautore, il compositore e cantante italo-britannico Piers Faccini ha sin dagli esordi sviluppato una sensibilità d’artista nomade, sempre incline a raccontare storie e sentimenti di chi vive ai margini di una società preda di un consumismo senza più regole né etica.
In questo lungo percorso, tracciato in venti anni di attività e ben undici album, Faccini ha incrociato artisti provenienti da ambiti stilistici disparati, passando con una naturalezza impressionante dal folk al blues (“Two Grains Of Sands”), alternando delicati album inclini a un cantautorato più classico (“Between Dogs And Wolves”) a stimolanti incursioni nella musica jazz ed etnica (“Song Of Time Lost”). Ai più attenti non è sfuggita la propensione dell’artista per quei tempi ritmici tipici della musica africana, la cui commistione con il fingerpicking di John Renbourn e Bert Jansch ne ha definito lo stile odierno, consolidato con l’eccellente album del 2021 “Shapes Of Fall”.
“Our Calling” è un ulteriore passo avanti. La sinergia culturale è ancor più completa e intensa, e Faccini coinvolge a pieno titolo nel progetto il musicista del Mali Ballaké Sissoko. Il risultato è un album intimamente calato in una realtà multiculturale, una fusione fluida e ariosa di voci e suoni, il cui unico comune denominatore è una sensibilità sociale e politica, attenta ai problemi delle migrazioni umane e dell’inclusione pacifica tanto cara alle antiche civiltà mediterranee.
A dare lo spunto all’opera è la migrazione degli usignoli e di tutti quegli uccelli che contribuiscono alla biodiversità. A questo ruolo biologico fondamentale i due musicisti associano l’esodo delle popolazioni, fonte di sviluppo e integrazione culturale. Da questa visione comune nasce un album dalla potente chimica creativa: la voce asprigna di Piers Faccini, mai così splendente, e il kora di Ballaké Sissoko fanno da collante a una musicalità ancestrale e suggestiva.
Senza ruoli predefiniti e con un bagaglio intellettuale nel quale l’istinto lenisce le sparute e impercettibili imperfezioni, i due mettono in fila canzoni tanto confortanti quanto accorte, gioiellini di musica acustica dal fascino imperituro (“One Half Of A Dream”, “I Wanted To Belong”), prosaici desert-blues dove coesistono lo spirito indomito dei Tinariwen e l’intimismo poetico di John Martyn (“Mournful Moon”).
Incastonata tra tanta bellezza, l’unica canzone non cantata in inglese riallaccia Piers Faccini alle sue radici italiane: una nenia appartenente alla tradizione del Sud Italia (“Ninna Nanna”) interpretata con passione.
“Our Calling” è un album contraddistinto da un continuo susseguirsi di brani ricchi di toccante poesia (“Borne On The Wind”), di preziosismi sonori e vocali (“Go Where Your Eyes”) e di spiritualità blues (“North And South”), quel che sorprende è l’avvincente eleganza dell’intero progetto. Un disco che non ha bisogno di molte chiavi di lettura per essere apprezzato fino in fondo.
03/03/2025