Young Gun Silver Fox - Pleasure

2025 (Monty Music)
yacht rock, progressive soul, soft rock

A chi sostiene che le sottoculture non esistano più, andrebbe suggerito un giro sulle community online dedicate allo yacht rock. Le troverebbe in fermento, ribollenti di entusiasmo per l'uscita del preannunciato album dell'anno: la nuova opera dei Young Gun Silver Fox, duo londinese da dieci anni e passa dedito al più sentito e accurato revival soft/smooth anni Settanta.

Il disco, in effetti, è notevole, come d'altra parte lo erano i precedenti lavori del gruppo. Che lo sguardo sia nostalgico è palese già dalla prima traccia: "Stevie & Sly" omaggia i due numi tutelari Stevie Wonder e Sly Stone con un groove possente e flessuoso, su cui subito si librano vibranti accordi di Rhodes - progressive soul perfetto, funky e avvolgente, con tanto di stacco sulle settime maggiori alla fine della strofa, prevedibilmente inatteso. La successiva "Born To Dream" già mette sul piatto il Doobie bounce, sigillo di garanzia riconosciuto da ogni yachter purosangue o acquisito, e come da manuale vela i toni solari del suo irresistibile motivetto con sagaci note calanti a fine strofa e un impeccabile bridge dalle armonie sospese.

Mestriere? Un sacco. D'altra parte il loro affare è quello. Ma c'è anche tanta classe. La mano di carte sarà preassegnata, ma la capacità di orchestrarci un gioco emozionante non fa certamente parte del pacchetto - specie se il campo scelto è così sofisticato. D'altra parte, non è che i due britannici scelgano un singolo artista e ne ricalchino lo stile. Spaziano liberamente fra riferimenti ed epoche, cogliendo quel che meglio si presta a costruire le sensazioni ambivalenti che sono il vero piatto forte del loro menu.
"Holding Back The Fire" parte luminosa e agrodolce, un po' Hall & Oates (dalle parti di "Abandoned Luncheonette") e un po'... Prefab Sprout? Ma poi si apre su uno scattante ritornello fiatistico stile Earth, Wind & Fire, oscillando così fra malinconia da tramonto ed energia da notti disco. Mood pensoso anche in "Stealing Time", limpida ma nostalgica, con un testo che - non bastasse la musica a incorniciare proprio quel genere di emozione - rimarca il senso di pienezza e impotenza davanti al tempo che sfugge:

What I wouldn't give to make a minute last a year
Slow the seconds just keep you here in my life
But this moment's all we have
Blink and it'll soon be gone
Now I'm just holding on
Stealing Time
Più di trecentomila ascoltatori mensili su Spotify - in rapida crescita dall'uscita dei primi singoli dell'album - testimoniano che, in ogni caso, la fama del duo non è limitata soltanto ai cultori maniacali dei tempi che furono. D'altronde, la loro musica è intergenerazionale fin dalle premesse: se la chioma candida del chitarrista e polistrumentista Shawn Lee (non per niente "Silver Fox") rende conto di un'età ormai da due decenni entro gli -anta, il compare "Young Gun" (Andy Platts) ci è entrato solo qualche anno fa. E, in fin dei conti, non è forse vero che lo yacht rock, almeno in quanto genere, è un fenomeno più dei nostri giorni che della sua epoca d'origine?
La data italiana del 22 maggio, che vedrà il duo esibirsi sul palco del Blue Note di Milano, sarà una buona occasione per valutare quanto, anche nel mare aperto della retromania, la differenza la faccia il tocco di chi sta al timone.

08/05/2025

Tracklist

  1. Stevie & Sly
  2. Born To Dream
  3. Late Night Last Train
  4. Burning Daylight
  5. Holding Back The Fire
  6. Just For Pleasure
  7. Put Up Your Dukes
  8. The Greatest Loser
  9. Stealing Time
  10. One Horse Race

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