Il ritorno di Siouxsie, dopo più di dieci anni di assenza dal palco, per tutti i fan della Regina della notte è una notizia a dir poco entusiasmante. Biglietti che finiscono in pochi minuti e unica data italiana sold-out in men che non si dica. Lei, dal canto suo, non ci pensa neppure a donarsi al pubblico più del minimo consentito, con una sola data nel bellissimo teatro Arcimboldi a Milano - quando avrebbe certamente potuto suonare in luoghi con una maggiore capienza - con uno spettacolo di poco più di un’ora, in cui si presenta al pubblico di spalle, incappucciata con un vestito color argento sgargiante. Ci vuole un po’ per girarsi e farsi vedere, ma quando lo fa, l'entusiasmo del pubblico è sincero e rasenta davvero la venerazione.
L'impressione non è di trovarsi di fronte una semplice professionista del rock internazionale, ma una vera regina del palco, una delle poche donne a emergere nella scena punk e post-punk europea, più che un'icona gothic, quasi una mistress che domina il suo pubblico come fosse un insieme di slave adoranti. E a un certo punto, quando qualche schiavetto urla troppo tentando di invocarla, alla mistress basta un attimo per rimettere tutto al suo posto urlando “Shut up and listen!”
Il pubblico di Milano guarda e ascolta come in estasi. E’ il tipico popolo dei concerti dark: le magliette dei Joy Division, dei Bauhaus, dei Sisters Of Mercy e ovviamente di Siouxsie si sprecano, in tanti casi si ha l'impressione di essersi già visti mille altre volte in altrettanti eventi gothic, e di sicuro è così. Con un canzoniere tanto ampio, la scelta dei brani non potrà che accontentare qualcuno e scontentare molti altri, soprattutto in un concerto tanto breve.
La scaletta è di fatto un greatest hits che celebra l'album più osannato della saga Banshees (“Ju-Ju”, quattro pezzi), ma propone anche un brano dei Creatures (“But Not Them”), tre tracce del suo unico album solista “Mantaray”, due cover, altrettanti classici da “Kaleidoscope”, “Tinderbox” e "Superstition".
La voce di Susan ovviamente non è più quella di trent'anni fa, ma resiste bene ai suoi sessantacinque anni, permettendole comunque di dominare palco e pubblico come una vera leggenda. Il pubblico la venera e lei risponde con qualche sorriso e qualche frustata; come una vera mistress, ricambia l'amore dei fan con bastone e carota e ama il suo pubblico a modo suo, volendolo dominare e sottomettere.
L'emozione è forte nei grandi classici come "Night Shift", che apre il set, "Arabian Knights", "Speelbound" o "Face To Face", ma la voce di oggi sembra più adatta nei brani recenti dell'album "Mantaray". A chiudere il concerto è invece la cover di Iggy Pop, “The Passenger", un momento di leggerezza all'interno della notte agli Arcimboldi. Alla fine Siouxsie scappa via dal palco con un saluto appena accennato, forse indispettita dagli (ahimè) onnipresenti telefoni o dal pubblico che lascia i posti a sedere per accalcarsi di fronte al palco. Tutti pensano che sia passato poco tempo e che di sicuro tornerà. Non è così, il concerto è finito, Siouxie da vera dea non può concedersi troppo al suo pubblico. Che proprio per questo continuerà ad adorarla.
Night Shift
Arabian Knights
Here Comes That Day
Kiss Them For Me
Dear Prudence (Beatles Cover)
Face To Face
Loveless
Land's End
Cities In Dust
But Not Them
Sin In My Heart
Christine
Happy House
Into A Swan
Encore
Spellbound
The Passenger (Iggy Pop Cover)