The Cure: "Songs Of A Lost World" verso il n.1 della Uk Chart: "Già vendute 40.000 copie fisiche"

07-11-2024
A una settimana dalla sua uscita (1° novembre), il nuovo disco dei Cure, "Songs Of A Lost World", viaggia già verso la vetta della Uk Albums Chart. Nel weekend d'apertura, il 14° lavoro in studio di Robert Smith e compagni ha infatti superato le vendite dell'attuale top 10 britannica complessiva, stando a quanto rivela Nme.
Secondo Music Week, in particolare, "Songs Of A Lost World" ha totalizzato attualmente 40.918 copie vendute, superando le vendite complessive dei restanti dieci album principali nelle classifiche di metà settimana. “36.970 unità sono costituite da copie fisiche, 2.838 da download e 1.110 da streaming”, riferisce il sito.
Il nuovo album della band inglese – che segna anche la prima raccolta di materiale originale in 16 anni – potrebbe diventare il primo album dei Cure a raggiungere la vetta delle classifiche dalla pubblicazione di "Wish" nel 1992.
Per presentarlo, i Cure hanno tenuto due concerti presso il Bbc Radio Theatre, per poi eseguire integralmente il nuovo disco a Londra, al Troxy, il giorno stesso dell'uscita, in un torrenziale set di tre ore (qui lo streaming integrale).

Songs Of A Lost World” è il loro quattordicesimo in studio e primo dai tempi di "4:13 Dream" (2008). Un disco concepito in parte dal vivo, durante la tournée mondiale Shows of a Lost World. Cinque brani su otto ("Alone", "A Fragile Thing", "And Nothing Is Forever", "I Can Never Say Goodbye" ed "Endsong") hanno avuto una genesi live e sono stati successivamente rielaborati in sala di registrazione.
Scritto e arrangiato interamente da Robert Smith, l'album è stato prodotto e mixato dal cantante e da Paul Corkett presso i Rockfield Studios, in Galles.
"Volevo che questo album avesse un’atmosfera. Alcuni dischi dei Cure sono tematici. ‘Disintegration’, ‘Pornography’ o ‘Bloodflowers’ hanno un'atmosfera, un nucleo emotivo. Ecco, mentre scrivevo la musica dell'album, c’era coesione”. Così Robert Smith racconta "Songs Of A Lost World".
La creazione del disco è stata un percorso lungo e tortuoso, attraversato da periodi di inattività e da momenti di ripensamento, riflettendo un processo simile a quello di "Pornography". L’album del 1982 segnò infatti uno dei momenti più cupi della carriera dei Cure, sia musicalmente che a livello personale, rappresentando per Smith e la band una sorta di esorcismo emotivo. In modo parallelo, "Songs Of a Lost World" affronta temi altrettanto profondi, come la perdita e la morte, con brani come "I Can Never Say Goodbye", dedicato al fratello scomparso di Smith, che si ricollegano a quelle atmosfere oscure e tormentate che hanno caratterizzato i momenti più intensi della discografia della band. “Le canzoni hanno sempre avuto questo elemento, la paura della mortalità - ha spiegato Smith - È sempre stato così, fin da quando ero giovane. Ma quando si invecchia, diventa più reale. Stiamo tutti invecchiando alla stessa velocità? Più o meno. Ho cercato di trovare il giusto tono, come nel caso di ‘I Can Never Say Goodbye’ che parla della morte di mio fratello. Ero così sconvolto che ho pensato che alcune delle versioni che avevo fatto fossero fantastiche. Poi le ho fatte ascoltare a qualcuno e mi ha detto: “Non puoi, è troppo. Eseguirla sul palco mi ha aiutato ad affrontare il lutto. Mi manca”.
Per Robert Smith e compagni, dovrebbe arrivare a breve anche il documentario di Tim Pope, annunciato qualche anno fa. “Si farà sicuramente - assicura Smith - è una cosa in corso”. All’orizzonte, dopo quella con Gorillaz, Deftones e Noel Gallagher, ci sarebbe anche un’altra collaborazione al momento top secret.