Kanye West

808s & Heartbreak

2008 (Roc-A-Fella)
rap, r&b, synth-soul

Dall'altra parte dell'Oceano non sarà affatto facile mandar giù il sorprendente cambiamento intitolato "808s & Heartbreak". Mr. West, l'uomo del risorgimento rap, rompe gli indugi e se ne va per la sua strada. Col senno di poi, "Graduation" suona ancor più come un album di transizione, forse dovuto: comunque indeciso. Certo era onestamente impossibile prevedere che dietro "Stronger" potesse celarsi una svolta synth-pop, o meglio ancora synth-soul.
Kanye West ha il grande merito di aver mostrato - nei suoi primi due dischi - come possa essere possibile coniugare classifica, grammy, talento e cultura (musicale e non) mettendo il tutto al servizio del suono. Essenziale per questo è stata la base di partenza: prima che un rapper, West è un musicista coi fiocchi. E pertanto può permettersi di ascoltare i suoi moti interiori e assecondarli, anche stravolgendo tutto.

Perdere la propria madre non è semplice neanche se si hanno barconi pieni di dollari: è questa la molla di "808s & Heartbreak", disco di palese urgenza espressiva. Un concept su sentimenti essenziali e cuori infranti, su amore e abbandono, in cui il mezzo musicale è piegato all'interiorità e rappresentato quanto meglio possibile dalla vesta grafica (sfondo grigio e cuore rosso al centro).
Minimalismo è la parola chiave della nuova avventura. Synth, pianoforte, percussioni, beat e vocoder vanno a creare substrati freddi e poco pastosi su cui si infrangono melodie soul spesso sbilanciate dal lato del pathos. West rinuncia alla sua abituale produzione gonfia, accendendo solo note basilari; non rappa e non canta, si limita a passare la voce in autotune, rimarcando il gioco di contrasti gelo/calore. Sì, molti appassionati lo prenderanno come un vero e proprio voltafaccia, specie nella sua America.

Detto di motivi e modalità dell'operazione - che vogliamo assumere neutra in sé per sé, ma che comunque va lodata perlomeno per il coraggio - è tempo di esaminare quanto questa sia o meno riuscita. Si parta con una notazione base: urgenza espressiva è sinonimo non solo di sincerità, ma anche di frettolosità. L'album esce un anno e poco più dopo "Graduation", la svolta è stata di quelle grosse e anche un bravo producer può non trovare subito il formato giusto. Che non sia questo il caso ce lo dice il singolo di lancio "Love Lockdown": un deciso beat doppiato dal piano e caricato dalle percussioni, che si ripete in trance sino al crescendo finale in cui i battiti aumentano e prendono sottolineature di synth, sfogando la tensione senza dover necessariamente impennare.
All'ottimo biglietto da visita - notevole anche il video - fa seguito un altro singolo d'impatto, ma qualitativamente minore, "Heartless". Un rap "alla nuova maniera", con suggestioni esotiche e un testo mediocre. Se la quadratura del format resta fuori discussione (nei due singoli la differenza è piuttosto di sostanza), l'ascolto dell'intero album porta ad avere più di una remora sul dosaggio degli elementi.

Lo scontro pathos-distacco messo in scena da melodia e suono supera i limiti da ambo i lati nella lunga "Say You Will". Il contrasto fra le lugubri frasi di synth e il lamentoso autotune di West è censurabile e il brano riprende quota soltanto durante la coda strumentale. Il discorso va ripetuto pari pari per "Bad News", in cui la scialuppa di salvataggio è un duetto violino-battito ossessivo. Ai problemi di dosaggio si aggiungono dubbi riguardo i brani maggiormente di compromesso fra vecchie abitudini e nuovi suoni: se trova un suo perché la graffiante "See You In My Nightmares", lo stesso non può dirsi riguardo al synth-rap di "Amazing".
D'altro canto oltre a "Love Lockdown" ci sono altri brani che meritano applausi sinceri: trattasi della giostra pop di "Robocop" (forse il pezzo più ricco di colore, con campanelli e frasi di violino), un concentrato di talento e fantasia, e della sua gemella "Paranoid". E' questo il vero cuore del disco, in cui tutto fila liscio e che si conclude nella dolcissima "Street Lights" ("all the street lights glowing, happen to be just like moments passing in front of me"), con tanto di reminescenze shoegaze.

Il susseguirsi di pro e contro rende "808s & Heartbreak" un disco tanto onesto quanto irrisolto, tanto sincero quanto poco coinvolgente. L'onda emotiva di West finisce paradossalmente per limare il valore qualitativo del suo lavoro, vanificando il grosso dell'impegno. I testi, forzatamente meno articolati ma anche molto meno ispirati del solito, nel complesso poco aggiungono e poco tolgono. Le note di "Coldest Winter" - accorata dedica alla madre - accompagnano via con più di una punta di amarezza per quanto si è riuscito a udire solo a tratti.
Rifuggendo estremismi isterici, è tanto difficile bocciare l'album quanto promuoverlo.

02/12/2008

Tracklist

  1. Say You Will
  2. Welcome To Heartbeak (feat. Kid Cudi)
  3. Heartless
  4. Amazing (feat. Young Jeezy)
  5. Love Lockdown
  6. Paranoid (feat. Mr. Hudson)
  7. Robocop
  8. Street Lights
  9. Bad News
  10. See You In My Nightmares (feat. Lil Wayne)
  11. Coldest Winter

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