"Eutopia" è l'undicesimo album dei Litfiba - pubblicato scaramanticamente in data 11/11 - che chiude la trilogia degli stati (dopo la trilogia del potere e la tetralogia degli elementi) iniziata con "Stato Libero di Litfiba" (2010) e proseguita con "Grande Nazione" (2012). Dopo anni di onorato servizio nella scena new wave italiana degli anni 80 e successivamente autori della colonna sonora ideale dei bui anni di Tangentopoli con "Terremoto" (1993), cosa resta oggi del duo Pelù-Renzulli?
Nel 2016 non sembra essere cambiato molto dai tempi di "Terremoto" nonostante i ventitré anni passati; almeno non sembra essere cambiato alcunché nella musica dei Litfiba. Pelù continua a mostrarci il suo personaggio ostentatamente "maledetto" ("meglio maledetti che rincoglioniti"), contro tutto e tutti ("siamo il mostro che avete creato"), contro i "potenti del mondo" ("queste mie parole sono artiglieria"). La ricetta con cui opporsi al "potere" è sempre la stessa; testi da liceale incazzato, slogan infantili più adatti come post su Facebook che come testi di canzoni. Musicalmente si continua a spremere stancamente la stessa stantia forma di canzone, ormai tanto sfruttata che tutti i brani danno la sensazione di essere già stati ascoltati nella loro precedente discografia.
La chitarra di Renzulli e la voce di Pelù - entrambi costantemente sopra le righe - picchiano duro e ad alto volume, ma non possono coprire il vuoto di idee che tale caciara nasconde. C'è un contro per tutti i gusti; un lungo filotto hard-rock che va dal brano contro l'inquinamento ("Intossicato") a quello contro l'estremismo religioso ("In nome di Dio"), dal manifesto identitario per falsi ribelli di "Santi di periferia" all'abusata "lettera ai potenti della Terra" di "L'impossibile" - dove la protesta diventa una carnevalata priva di alcuna rilevanza - fino al classico riff in stile Renzulli di "Dio del tuono". Non è un caso se il momento migliore di "Eutopia" è quello in cui Renzulli e Pelù decidono di scrivere davvero una semplice canzone ("Maria Coraggio"), riducendo al minimo il caos e cercando brevi momenti di poesia e di ricordo in onore di Lea Garofalo, giovane vittima della 'Ndrangheta.
Quanto oggi possano definirsi "contro" i Litfiba, prodotti dalla supermajor Sony, o quanto possano essere invece essere comodamente inseriti dentro il sistema a cui pensano di opporsi è chiaro. Oppositori di comodo, perfettamente integrati, perché è poco coerente definirsi "maledetto" e condurre un talent show - il formato di trasmissione più retrogrado e più succube delle case discografiche che si sia mai visto - sulle reti nazionali. Caro Piero, le tue parole non sono più artiglieria, una volta lo erano davvero.
17/11/2016