Questo dialogo incessante si fonda sulla poetica tipicamente irisarriana delle grandi folate elettroniche imperiose e struggenti, di droni imponenti che - in questi caso - non raggiungono le grandezze a cui il compositore ci aveva abituato nei capolavori "A Fragile Geography" (2015) e "The Shameless Years" (2017). L'incontro tra i due artisti crea un compromesso dove le cascate di synth si incontrano per alternare momenti riflessivi ad altri più violenti. Tra questi spicca il brano più imponente - "Mientras Más Me Alejo De Ti, Menos Me Importa Cuan Lejos Estoy" - alternanza di monolitici muri sonori e scossoni ritmici violenti e martellanti. È il brano (come intenderebbe il titolo) della fratellanza tra i due artisti, legati da un legame fortissimo pur essendo separati da migliaia di chilometri di distanza.
Questa connessione umana viene ritrovata nei malinconici venti cosmici di "El Reflejo Que El Sol Ha Perdido" o nella spirali elettroniche intersecate alle rare note di piano di "El Vacío En Sus Ojos". Quando un minimo di melodia emerge, Irisarri la sommerge con le sue stratificazioni, come la bufera che sotterrerà ogni manufatto umano e ogni ricordo della nostra esistenza.
La poesia di Irisarri e Fresco, pur cercando di descrivere il legame indissolubile tra due artisti affini, rimane comunque costantemente malinconica e disincantata, come in "Cuando La Rutina Nos Toma Desprevenidos", riflessione sullo scorrere ineludibile del tempo, o in "El Viento Aún Nos Lleva Sumergidos", dove il vento sommerge definitivamente ogni nostra ambizione narcisista.
(23/01/2020)