Gilla Band

Most Normal

2022 (Rough Trade)
post-post-punk, noise, avant-rock

I spent all my money on
Shit clothes, shit clothes, shit clothes, shit clothes
(da "Eight Fivers") 

A distanza di tre anni da "The Talkies", un concentrato delle allucinazioni figlie dei disagi psichici del frontman Dara Kiely, nel 2022 i Girl Band sono tornati a diffondere nuova musica, in un contesto socio-politico radicalmente mutato a causa di una pandemia non ancora debellata, di crisi energetiche e inflazioni galoppanti che stanno mettendo in ginocchio l'economia mondiale, persino di una guerra combattuta ai confini dell'Unione europea. Ma anche per i quattro dubliners qualcosa negli ultimi mesi è cambiato. Considerato non rispettoso della cultura dell'inclusività, hanno deciso di trasmutare il proprio nome in Gilla Band, ragione sociale sotto la quale sono stati diffusi i singoli che hanno anticipato il terzo album, "Most Normal". A non essersi spostato di una virgola è l'approccio devastante e schizofrenico.

 

I Fontaines D.C., una delle tante formazioni di Dublino invogliate a incidere dopo il clamore seguito a "Holding Hands With Jamie", sembrano delle educande al cospetto della voce nevrastenica e delle chitarre deliranti impacchettate dentro "The Gum", che apre "Most Normal" sbattendo in faccia all'ascoltatore un suono instabile, oscillante, terribilmente ansiogeno. Kiely confessa di avere problemi seri con i vestiti e con le compagnie aeree low cost. Dopo aver speso tutti i soldi in vestiti cheap di merda, in "Eight Fivers" scaglia poderose mitragliate noise contro il consumismo imperante, accusato di conformare le masse. Il tema ritorna in "Bin Liner Fashion": frammenti di melodia seppelliti sotto molteplici strati di detriti sonici fungono da sfondo al protagonista, che sceglie di vestirsi con sacchetti di plastica e carta stagnola.

Nel feroce minuto durante il quale si consuma la malatissima "Capgras", Kiely declama: "I hate Ryanair". Non c'è mai nulla di rassicurante, né tantomeno i quattro sembrano possedere alcuna ambizione nei confronti del successo. Il rumorismo siderurgico elaborato in "Gushie" e nella prima parte di "The Weirds" fa passare gli Idles (tanto per citare un altro caso scuola in ambito post-post-punk) per autori di canzonette.
Se architettano un groove, come nel caso di "Backwash" e “Red Polo Neck”, si sentono autorizzati ad abbatterlo con tempeste al napalm. Se decidono di scopiazzare qualcuno, si travestono da melmosa cover band degli Strokes ("Almost Soon") affondando lentamente sotto i colpi sferrati dai loro stessi strumenti. Se fingono di recitare una preghiera ("Pratfall"), la sciolgono nell’acido dell'industrial più estremo. A volte i suoni distorti sembrano provenire dall'appartamento accanto, dove si sta svolgendo un party al quale non siamo stati invitati, e attraverso le pareti possiamo decodificare disperazione e conati di vomito.

 

Selvagge ed efferate, tutte le canzoni (compresa la pseudo-normale conclusiva "Post Ryan") possiedono elementi di disturbo che le rendono impervie. Il lavoro è stato sviluppato eleggendo lo studio di registrazione a membro aggiunto della band, ispirandosi ai Radiohead di "Kid A" e ai Low di "Double Negative". "Most Normal" diviene così un non-luogo nel quale ridurre a pezzetti la materia musicale per poi riassemblarla in forme differenti e inedite. Architetture astratte unite a testi non di rado surreali, provenienti dal mondo del sogno, vengono sovrapposti per dar vita a incubi cubisti popolati da vespe giganti e barbieri strafottenti. Le invenzioni di Kiely, supportato musicalmente e moralmente dal resto del gruppo, hanno funzione curativa nei confronti dei propri malesseri, ma con tutte le peripezie che hanno attraversato, è un miracolo che questi ragazzi siano riusciti a completare e pubblicare tre album in dieci anni: teniamoceli stretti.

17/10/2022

Tracklist

  1. The Gum
  2. Eight Fivers
  3. Backwash
  4. Gushie
  5. Bin Liner Fashion
  6. Capgras
  7. The Weirds
  8. I Was Away
  9. Almost Soon
  10. Red Polo Neck
  11. Pratfall
  12. Post Ryan




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