Il duo belga dei Government, costituito dai polistrumentisti Emma Newell e Thor Vik, opera da oltre un decennio nell’ambito della sperimentazione rock e con “Prepare Thyself To Deal With Treacle” confeziona uno dei suoi dischi più convincenti, pubblicato a ben cinque anni di distanza dall’avventuroso “Shitshitshit”.
Nato come “un omaggio alla musica degli anni 50, in particolare rhythm'n'blues, rockabilly e doo-wop”, senza dimenticare il jazz orchestrale di Duke Ellington e la cartoon music, e influenzato dalla “scoperta di una Farfisa di seconda mano in un mercatino delle pulci”, nonché dalla lettura, da parte della Newell, del saggio “Unsung Heroes Of Rock N' Roll: The Birth Of Rock In The Wild Years Before Elvis”, dello scrittore e giornalista statunitense Nick Tosches, “Prepare Thyself To Deal With Treacle” (il titolo omaggia “Prepare Thyself To Deal With A Miracle” del multistrumentista jazz Rahsaan Roland Kirk) è quello che i Government hanno definito come un disco di “rock surreale” e non si può che essere d’accordo con loro. Ascoltando queste sei composizioni, infatti, si ha davvero la sensazione che l’inconscio la faccia da padrone, con il suo istintivo desiderio di mescolare diverse sorgenti sonore.
Supportati dai fiati di Sue Cyde, dal vibrafono, dai sample e dalle manipolazioni di Victor Boinem e dal set di batteria, percussioni, gong e campane di Hadrien Panelli, i Government scivolano per oltre un’ora in un cunicolo sonoro il cui primo settore, “Masses Bald As Love”, è appannaggio di diversi motivi jazz-rock e tessiture poliritmiche, il tutto condito da un’enfasi giocherellona che non riesce, comunque, a eclissare del tutto un senso di profonda inquietudine.
I sample e le citazioni che si nascondono dietro queste partiture sono tanti e dei più disparati: si va da Henry Rollins agli Univers Zero, da Johnny Burnette ai Royal Trux, da Mark Lanegan ai Television, passando per i Techno Animal, gli Swans, i Talking Heads, David Axelrod, Popol Vuh, Stockhausen e chi più ne ha più ne metta.
Messo così, “Prepare Thyself To Deal With Treacle” non può che essere definito anche come un disco citazionista e, quindi, postmoderno, un disco che guarda al presente senza riuscire più a sognare il futuro e, proprio per questo, (dis-)perso tra gli anfratti di un passato che si continua a (ri-)costruire giorno dopo giorno.
Nei suoi quasi dodici minuti di durata, la tenebrosa cerimonia di “Dial 666 For Greta” tira dentro echi di world-music e raga, visioni psichedeliche e deliqui lo-fi, voci trovate, musica da camera e solennità operistica, e il risultato è ancora più straniante e, per l’appunto, surreale. “Just A Diamond Ring Away From Filt” continua a osare, avanzando pachidermica come un brano dei Techno Animal in cui, di volta in volta, mettono le mani Frank Zappa, qualche estimatore della musica country, un patito delle atmosfere più sinistre del trip-hop e un vecchio smanettone del Bbc Radiophonic Workshop che ha deciso di sbarcare il lunario prestando le sue conoscenze a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
“Bruise Looks” (oltre quindici minuti di durata) riesce a essere sia accattivante, con le sue primitive movenze punk-pop, sia disturbante, con il suo progressivo accumulo di segni sonori, fino a sfiorare la marea di rumore bianco, mentre sullo sfondo si inseguono battimani, cori in loop e Dio sa solo cos’altro. A un certo punto, superato il nono minuto, l’atmosfera diventa quella di uno sballato numero vaudeville che fa fischiare le orecchie a Foetus, mentre nel finale il giro di basso di “Good” dei Morphine scorta la musica tra labirinti sinistri, da cui emerge nuova con-fusione di generi e stili, sigillo di tempi indecifrabili, che si riverberano anche nel ballabile multiforme di “We Wake Up Streaming”, tra schitarrate metal-noise, svirgolamenti di synth e sculettamenti neoclassici.
L’album si chiude con la doppietta “We Wake Up Streaming”/“My Government For A Horse”: la prima, una sarabanda jazz-rock ricca di frizzi e lazzi, che nella seconda parte vira dalle parti di un sinfonismo cinematico; la seconda, una fantasia costruita con tessere drum’n’bass, electro-industrial, free-jazz, minimalismo e tutto quello che può dare l’idea di una musica indomita, pronta a pescare dappertutto pur di assomigliare a una mastodontica operazione di riciclaggio di artistica fattura.
25/08/2022