Corri forte, vanga, taglia la legna
Scendi a valle, prega nel pavimento freddo
E il vento muove le corde
Dell'altelena sghemba
Umberto Maria Giardini ha affrontato l’anno di grazia 2023 dopo aver riesumato per un breve periodo l’identità di Moltheni: giusto lo spazio di un disco e di un tour celebrativo che hanno riscosso notevole apprezzamento, specie fra i fan di vecchia data. E’ stata l’occasione per riunire sotto lo stesso tetto una sequenza di brani mai inseriti in alcun album, comprese qualche B-side e un paio di tracce eseguite dal vivo durante gli ultimi concerti a nome Moltheni. Un tuffo nel passato che porta in dotazione una rinnovata energia, anche se si è trattato di un’operazione assolutamente estemporanea: il cantautore marchigiano torna a produrre musica con il proprio nome, già dal recente Ep “Domus Meas”, contenente due rivisitazioni di brani già noti più l’inedito “Le bilance della mente”, non inserito in “Mondo e Antimondo”.
Nell’intervista recentemente rilasciata alla nostra testata, Giardini ha confidato come “Mondo e Antimondo” sia nato dalle ceneri di un altro lavoro già completato, ma che ha preferito lasciare nel cassetto dopo averlo lavorato troppo in sede di produzione, facendogli così perdere l’essenza primordiale. Nessuna di quelle idee è stata utilizzata per comporre il nuovo album, il miglior autoscatto possibile del proprio autore, contenente alcune fra le più riuscite canzoni mai scritte da Umberto. Si impone senz’altro all’attenzione il tris iniziale, che delinea da subito un suono pieno, architettato con l’idea di innestare nel proprio introspettivo songwriting le giuste dosi di rock e psichedelia, e persino vaghe influenze prog che emergono ad esempio nelle cangianti strutture di “Andromeda”. Un Giardini che si presenta intatto, immacolato, decisamente ispirato, che impregna le dieci tracce di una poesia a tratti quasi insostenibile per la sua smisurata intensità.
Umberto narra di mestieri antichi, ricorre a immagini campestri, racconta di gesti semplici con grande profondità d’animo. Attraverso superbe analisi interiori cuce storie declinate al negativo, dove non lascia mai troppe opportunità al lieto fine. Sincero e drammaticamente realista, utilizza tutta la calma del mondo per curare con piglio artigianale ogni minimo dettaglio, dedicandosi con amorevole attenzione alla definizione degli arrangiamenti. Resta legato in maniera ferma alle proprie radici, allo stile che ha caratterizzato i lavori dell’epoca post-Moltheni, esprimendo quella sua caratteristica essenza nordica, scolpita in atmosfere commoventi e malinconiche.
Suonato in maniera impeccabile, a tratti con deciso vigore elettrico, impreziosito dalla sua inconfondibile voce, potente ed evocativa, “Mondo e Antimondo” si avvale anche di prestigiose collaborazioni, fra le quali quella di Cristiano Godano, che presta il proprio canto per interpretare “Le tue mani”, frangente non troppo distante dalle migliori ballad dei Marlene di mezzo, quelli di “Bianco Sporco” e “Uno”.
23/12/2023